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Gaza irrompe alla Festa del cinema: le parole di don Capovilla e di Buttafuoco
Il sacerdote già espulso da Israele parla di "piano di genocidio", mentre il presidente della Biennale dopo le polemiche rivendica la vocazione al confronto e alla libertà di espressione

Alla vigilia dell’apertura della 82ª Mostra del Cinema di Venezia, un momento di forte impatto emotivo e politico ha segnato l’anteprima della manifestazione. Una preghiera per Gaza, letta dal parroco di Marghera don Nandino Capovilla, e un intervento appassionato del presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, hanno dato voce a una doppia esigenza: quella della solidarietà e quella del dialogo, in un momento storico in cui la cultura è chiamata a prendere posizione.
L’iniziativa arriva in risposta all’appello del collettivo Venice4Palestine (V4P), che ha chiesto alla Biennale una chiara condanna del «genocidio in corso a Gaza» e l’esclusione di artisti come Gerard Butler e Gal Gadot, noti per il loro sostegno pubblico al governo israeliano. L’appello è stato sottoscritto da oltre 1.500 tra registi, attori e intellettuali, tra cui Valeria Golino, Matteo Garrone, Marco Bellocchio, Alice e Alba Rohrwacher, e chiede anche di riservare il red carpet a una delegazione palestinese.
La Biennale ha replicato rivendicando la propria vocazione al confronto e alla libertà d’espressione. “La Mostra è un luogo aperto a tutte le questioni urgenti”, ha affermato Buttafuoco, citando la presenza in concorso del film The Voice of Hind Rajab, che racconta il dramma di una bambina palestinese uccisa a Gaza.
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