Culla di speranza

Ascolta la nuova canzone di Gipo Montesanto

Lo scorso 20 Dicembre è uscito un nuovo singolo di Gipo Montesanto, nato da una poesia di Brunella Rielli. La storia è un po’ particolare e come ci ha detto Gipo: “Vi dico intanto che questo testo parla di Speranza, quella con la S maiuscola… la Speranza che ha un nome proprio di persona. Sono particolarmente felice ed emozionato perché questo brano è nato da una promessa e da tanto sacrificio, nel senso etimologico del termine: rendere sacro, rendere importante. Avevo promesso a Brunella che dal suo testo sarebbe nata una canzone e così è stato, grazie a Dio. Come spesso accade si tratta di una produzione in cui ho suonato e programmato tutti gli strumenti. Ho cercato di dare al testo il giusto vestito con un arrangiamento che ti spiazza in questo periodo natalizio ma che ci mette “in cammino”, sulla strada, verso il Giubileo che è ormai alle porte. La Speranza sarà davvero visibile coi nostri occhi”!

Da qui, la scelta di un genere che richiama il genere country. Prosegue Gipo: “Un grazie speciale posso farlo già da subito. Ad Erika Fossati per il suo acquerello che è adesso l’immagine della copertina che andrà su tutti gli stores. Erika è una bravissima artista, molto ispirata e particolarmente attenta a trasformare l’amore che mette nel suo lavoro, in opere uniche ed irripetibili. Vi invito a visitare i suoli social ed il suo sito: erikafossati.com, dove è anche possibile sostenere il suo lavoro”.

Parlaci un po’ più in profondità del legame fra il brano e il Giubileo ormai alle porte: “Angeli, abbiam capito, Gesù è nato (dice il brano ad un certo punto)… svegliate il nostro cuore”. Continua Gipo: “Non lasciate che continui a dormire. È una verità strana: ci rendiamo conto di quanto siano importanti certe cose o persone solo quando è troppo tardi. Ma basterebbe essere più semplici, umili, pazienti e leali per capire che il Signore riempie la nostra vita con ciò che davvero conta, attraverso le cose più semplici e meno visibili che fanno parte della nostra quotidianità.

Vogliamo sempre qualcosa di straordinario che ci dica che una cosa è giusta, ma chi cerca sempre l’effetto speciale non si accorge della bellezza che c’è nelle cose semplici che ci circondano e che ci parlano senza fare rumore. La verità che cerchiamo non riguarda più il futuro, ma il presente che è proprio davanti ai nostri occhi.

È una lezione che i pastori imparano subito, quando nella notte in cui nasce Gesù riconoscono il Figlio di Dio in un bambino avvolto in fasce e messo in una mangiatoia. In quella semplicità così sorprendente, loro sono capaci di fare il gesto di fede più grande: ‘e, prostratisi, lo adorarono’.

Il Giubileo, che inizia proprio a Natale, è il momento in cui dobbiamo fare pace con un Dio che non ha bisogno di farsi notare per venire al mondo, ma che ha bisogno di un cuore attento, capace di vedere nei piccoli dettagli ciò che è davvero importante. E quando lo si trova, riempie la vita di gioia, fino a farla traboccare. Una gioia più grande!”

“Un cuore appunto” – prosegue – “che sa riconoscere il Signore nelle persone che incontra, specialmente fra quelli che ci chiedono, come dice il brano, il pane, il pane del nostro amore per loro”.

Un invito alla misericordia, la stessa che ha Dio per noi.