Pensiamoci su
CISL: una proposta che diventerà legge
Strumenti, vecchi e nuovi, della partecipazione “attiva” dei lavoratori

La Cisl si richiama e si ispira, fin dalla sua nascita, ad una concezione che mira a realizzare, partendo in particolare dagli insegnamenti della Dottrina Sociale della Chiesa, la solidarietà e la giustizia sociale, mediante le quali si consegue il trionfo di un ideale di pace.
Il sindacato “bianco” sostiene, infatti, che le condizioni dell’economia debbano permettere lo sviluppo della personalità umana attraverso la giusta soddisfazione dei suoi bisogni materiali, intellettuali e morali, nell’ordine individuale, familiare e sociale.
Dato che che le condizioni attuali del sistema economico non permettono la realizzazione di questo fine la Cisl ha sempre ritenuto necessaria la loro trasformazione, in modo da assicurare un migliore impiego delle forze produttrici e una ripartizione più equa dei frutti della produzione tra i diversi elementi che vi concorrono.
In particolare il sindacato di via Pò ha sempre promosso la partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’unità produttiva e la loro immissione nella proprietà dei mezzi di produzione e, allo stesso tempo, la partecipazione dei lavoratori alla programmazione ed al controllo dell’attività economica.
Coerentemente con questa sua storia l’organizzazione guidata da Daniela Fumarola ha lanciato una proposta di legge di iniziativa popolare che, nei giorni scorsi è stata approvata dal Parlamento divenendo così legge dello Stato.
Questa prevede, ora, la possibilità per i rappresentanti dei lavoratori di partecipare ai consigli di sorveglianza e anche ai consigli di amministrazione e regola la distribuzione ai lavoratori dipendenti di una quota degli utili di impresa non inferiore al 10% degli utili complessivi, effettuata in esecuzione di collettivi aziendali o territoriali. I premi di produttività e le forme di partecipazione agli utili d’impresa corrisposti a lavoratori dipendenti saranno, poi, assoggettati all’imposta sostitutiva del 5% per il 2025, con limite superiore elevato a 5 mila euro.
Sono, quindi, previsti piani di miglioramento e di innovazione dei prodotti, dei processi produttivi, dei servizi e dell’organizzazione del lavoro. Sono anche regolate delle modalità di partecipazione consultiva dei lavoratori alle decisioni. Viene inoltre costituita una Commissione nazionale permanente per la partecipazione dei lavoratori.
Fatta la legge, ovviamente, questa dovrà poi vivere confrontandosi con le vite, i bisogni, le esigenze delle imprese e, ovviamente, dei lavoratori del tempo che stiamo vivendo.
Un tempo, come ci ricorda anche il nuovo Papa Leone XIV, in cui siamo chiamati a vivere un’altra “rivoluzione industriale” strettamente legata agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, e che comporta nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro e nella quale gli strumenti, vecchi e nuovi, della partecipazione “attiva” dei lavoratori saranno, necessariamente, e duramente, messi prova e testati.