Parrocchie
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Volevo dirvi che vi voglio bene, mi mancate, che celebrare la Domenica senza vedere i vostri volti è triste e spero tutto questo possa farci riflettere serenamente e nel profondo sulla nostra vita e il nostro essere Chiesa

Carissimi parrocchiani...

Don Pio Maioli, parroco di Santa Croce a Rosignano Solvay, ha scritto una lettera ai suoi parrocchiani

Parole chiave: parrocchia santa croce (3), don pio maioli (1)
La lettera

Carissimi parrocchiani,

anche se è corretto e più usuale il termine parrocchiani, che significa “vicini, quelli che abitano accanto, intorno”, vorrei rivolgermi a voi chiamandovi

Carissimi fratelli e sorelle nella fede,perché è realtà certamente vera e mi sembra descriva molto meglio la presente situazione, ce ne dia cioè la lettura in radice: la nostra appartenenza, il nostro essere Comunità, il legame che ci unisce, non è un confine, una ripartizione geografica, una simpatia personale, un edificio di culto comune, ma la fede in Gesù, il Cristo, Figlio di Dio, morto e risorto per noi, peccatori.

E questo è ciò che ci prepariamo a rivivere nella prossima Pasqua, perché cambi al presente quello che la nostra prima Pasqua, il Battesimo, ha cambiato in radice.

Volevo dirvi subito che vi voglio bene, mi mancate, che celebrare la Domenica senza vedere i vostri volti è triste e meno bello, umanamente, che spero tutto questo possa farci riflettere serenamente e nel profondo sulla nostra vita e il nostro essere Chiesa, cristiani, comunità, genitori, figli… per andare all’essenziale, per superare gli egoismi, le apparenze, per impegnarci concretamente a vivere le relazioni, il tempo, i doni, le responsabilità.

Tutti aspettiamo il 3 aprile, fine del presente Decreto del Presidente del Consiglio. Ma il 4 aprile non sarà dissimile da questi giorni, così come i giorni a seguire, almeno per un poco.

Il primo pensiero va ai bambini che sabato 28 marzo avrebbero dovuto celebrare per la prima volta il Sacramento del Perdono: tutti i giorni pregate, offrendo al Signore la giornata quando vi alzate e ripensando alla sera a ciò che avete fatto in quel giorno, chiedendo perdono a Dio delle cose non belle, non fatte con amore, non vissute con Dio e per Dio. Abbiate il desiderio di essere perdonati, chiedete a Gesù che vi aiuti a perdonare. Celebreremo insieme la sua misericordia appena sarà possibile.

La Settimana Santa, che inizia la sera di sabato 4 aprile, sarà ancora senza la partecipazione del popolo santo alle celebrazioni. Nessuna processione delle Palme, niente lavanda dei piedi e adorazione il Giovedì Santo, non la Via Crucis il Venerdì, la Veglia Pasquale “ridotta”…

La chiesa, comunque, è aperta, lo è sempre rimasta, e mi auguro che anche se non per le “folle”, ma per i “singoli” cristiani sia possibile frequentarla liberamente! E ciascuno abbia il desiderio e la necessità di farlo.

La domenica della Passione (o delle Palme) è anche la giornata mondiale dei giovani. Come la vivremo?

Le 4 bambine che attendevano lunedì 13 aprile per il Battesimo aspetteranno ancora un pochino per entrare ufficialmente nella famiglia di Dio. Ai loro genitori l’incoraggiamento a dare loro sempre il meglio e ciò che non passa perché eterno.

Il catechismo? La Prima Comunione? Chissà quando. Non c’è una data sicura, al momento. Ma, forse, non è quello l’importante. Quando avremo notizie, e notizie positive (e spero vivamente sia presto) per il nostro vivere comunitario, valuteremo il da farsi.

Intanto a tutti ci sia di aiuto la Lettera di San Paolo apostolo ai Romani.

Trascrivo i capitoli 12 e 13 sottolineando 4 punti che possono aiutarci:                                                                            

12,1Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. 2Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. 3Per la grazia che mi è stata data, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto conviene, ma valutatevi in modo saggio e giusto, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. 4Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, 5così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri. 6Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi: chi ha il dono della profezia la eserciti secondo ciò che detta la fede; 7chi ha un ministero attenda al ministero; chi insegna si dedichi all’insegnamento; 8chi esorta si dedichi all’esortazione. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede, presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.

9La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; 10amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. 11Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. 12Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. 13Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità.

14Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. 15Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. 16Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile. Non stimatevi sapienti da voi stessi.

17Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. 18Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti. 19Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all’ira divina. Sta scritto infatti: Spetta a me fare giustizia, io darò a ciascuno il suo, dice il Signore. 20Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, accumulerai carboni ardenti sopra il suo capo. 21Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.

 

13,1Ciascuno sia sottomesso alle autorità costituite. Infatti non c’è autorità se non da Dio: quelle che esistono sono stabilite da Dio. 2Quindi chi si oppone all’autorità, si oppone all’ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono attireranno su di sé la condanna. 3I governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver paura dell’autorità? Fa’ il bene e ne avrai lode, 4poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora devi temere, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi fa il male. 5Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza. 6Per questo infatti voi pagate anche le tasse: quelli che svolgono questo compito sono a servizio di Dio. 7Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi si devono le tasse, date le tasse; a chi l’imposta, l’imposta; a chi il timore, il timore; a chi il rispetto, il rispetto. 8Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge. 9Infatti: Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai, e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 10La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità. 11E questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. 12La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. 13Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. 14Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non lasciatevi prendere dai desideri della carne.

 

  1. La propria vita (S. Paolo dice “corpo”, Rm 12,1) trasformata da Cristo e diversa dal “mondo”: il culto spirituale.
  2. Le relazioni e la carità.
  3. L’autorità. Anzi, la Autorità, che viene da Dio, che è al servizio di Dio nel servizio del popolo.
  4. L’oggi di speranza pasquale!

 

Ai malati e gli anziani dico: vi sono vicino, con l’affetto e la preghiera. “Chiedete e vi sarà dato” dice Gesù.

 

A coloro che hanno perso un familiare in questi giorni un pensiero particolare. È triste e disumano vivere il distacco dai propri cari espropriati dalla relazione e dal conforto dei familiari, dalla possibilità di “maturare” nella novità della situazione, dal non poter partecipare ad alcun momento di commiato, saluto, sepoltura. Sia Pasqua nel cuore, già ora, nel dono dello Spirito che grida in noi Abbà, Padre!

 

Concludo con un ultimo pensiero.

Si sta bene senza troppa gente intorno (lo dico per me), senza andare troppo in giro.

Ma questo non sia per egoismo, per pensare soltanto a sé, ai fatti propri.

Chi è nel bisogno, in difficoltà, “sul filo” nei giorni normali, ora lo è tremendamente di più!

 

Per comprendere la vita è necessario “staccare” dalla vita; per vivere a pieno la vita è necessario “entrare” nella vita piena! (cfr Vangelo di Giovanni 10,10)

Insieme a padre Rodolfo, rimanendo uniti nell’affetto e nella preghiera, camminiamo insieme, con passo sincero, verso la Pasqua, come il Signore ci concede.

La lettera
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