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Una innamorata di Gesù

Una giornata dedicata a Santa Gemma Galgani

Parole chiave: parrocchia madre teresa (19)
L'esperienza della parrocchia Madre Teresa di Calcutta

Il giorno 21 luglio la Parrocchia di S. Teresa di Calcutta, guidata dal Parroco Don Federico Mancusi, si è recata in pellegrinaggio a Lucca per un pomeriggio di spiritualità.

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Quando Don Federico ci ha proposto la visita nei luoghi in cui S. Gemma Galgani ha vissuto, con entusiasmo abbiamo aderito perché, purtroppo, di questa Santa che viveva a poche decine di chilometri da noi, poco o niente si conosceva.

La partenza alle ore 14.30 poteva scoraggiare, con il calore che in questi giorni ha iniziato a farsi sentire, ma incredibilmente la città lucchese ci ha accolti con un piacevole clima ventilato lungo le mura che ci ha reso la breve camminata fino alla Chiesa di S. Maria della Rosa, nella quale S.Gemma si recava quotidianamente e alla Casa Giannini dove viveva, tranquilla e poco faticosa.

Ma  ciò che ci ha stupito è  la vita di questa Santa che, seppur molto giovane, era letteralmente “innamorata di Cristo. Può sembrare un’affermazione esagerata ma non è così, basti pensare che quando entrava in chiesa per la Santa Messa il suo cuore cominciava a battere così intensamente che doveva fermarsi in prossimità dell’ingresso, nel posto ancora oggi conservato per coloro che visitano la chiesa di S. Maria della Rosa. A riprova è stato accertata una deformazione della costola che si è curvata per la pressione esercitata dal suo cuore. Ed ancora nella sala da pranzo della famiglia Giannini, anch’essa molto credente, che l’aveva accolta e ospitata da orfana, vi è la presenza di un grande crocifisso che quando S. Gemma si sedeva per mangiare, le catturava lo sguardo, la rapiva mandandola in estasi, al punto tale che la famiglia dovette trovarle un posto al tavolo che desse le spalle al crocifisso per permetterle di pranzare!

Ma ancor di più stupisce, leggendo il suo breve diario che Lei definisce il “libro dei miei peccati”, il dialogo di confidenza che la stessa aveva con Dio (definito Babbo mio), con la Madonna, con Gesù e gli angeli. Ciò che emerge è la semplicità e la schiettezza con cui si rapportava a Dio e a Gesù come noi usiamo normalmente fare con i nostri cari. Aveva una purezza d’animo invidiabile sin da piccola che si può constatare ad esempio in quello struggente desiderio di ricevere Gesù nella Prima Comunione che la portava a scrivere “…dunque quando Gesù sarà con me, io non vivrò più in me, perché in me vivrà Gesù”.

Ci fa capire che persona speciale fosse quando appena giovinetta sentiva nascere “una brama di amare tanto Gesù Crocifisso e insieme a questo una brama di patire ed aiutare Gesù nei suoi dolori” che la condurrà a ricevere le stimmate e con esse la grazia dell’immedesimazione.

A testimonianza di ciò, visitando il Museo presso il Santuario di Santa Gemma nel Convento delle Monache Passioniste, si possono ancora vedere i suoi vestiti macchiati di sangue a seguito delle ferite da lei subite per la Passione di Gesù.

La sua vita non può che essere da stimolo e guida per ciascuno di noi.

Questa mezza ma intensa giornata passata a conoscere S. Gemma ha fatto veramente bene al cuore (almeno al mio) perché scoprire in persone “normali“ come lei il desiderio ardente di voler andare in Paradiso (parole desuete oggi anche fra i credenti), di amare Cristo e di poterlo realizzare nella vita quotidiana, con gli alti e bassi come la vita ci presenta, incute una rassicurazione incredibile: la sua ferma e decisa repulsione per i suoi errori e peccati, che possono esserci anche nella vita di una Santa, indica, ad ognuno di noi, la via e la possibilità di realizzare questo rapporto privilegiato con Cristo ed assicurarci quell’amore che tutto sana, cura, e porta alla felicità infinita sia terrena che ultraterrena.

Grazie Don Federico

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