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Tutto passa, solo il Signore resta fedele

Dal Vangelo secondo Luca

Parole chiave: commento al Vangelo (216)
Vangelo di Domenica 26 Giugno 2022

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
Nel Vangelo di questa domenica Luca narra che Gesù andò decisamente verso Gerusalemme. Quella del Signore fu una ferma decisione con tutto ciò che essa ha comportato, ovvero morire per una scelta presa per amore. La sequela cristiana è una decisione per Gesù, non si tratta tanto di comportarsi bene o di rispettare devotamente qualche regola. Seguire Gesù non è una cosa come un’altra. La fede cristiana non è qualcosa che sta accanto alla mia vita, bensì sta dentro alla mia vita e comprende ogni aspetto di essa.Gesù, nella pagina del Vangelo, è molto radicale e mette subito in chiaro quelle che sono le esigenze della sequela cristiana: un aspirante discepolo dice a Gesù: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». Gesù non vuole discreditare alcune opere buone, semplicemente afferma, con il linguaggio tipico della cultura ebraica del suo tempo, che la nostra vita deve essere ricompresa nella sua. Noi apparteniamo a Gesù.Corriamo il rischio di mettere Gesù nelle varie ed eventuali. Quando ho tempo vado a Messa, quando ho tempo mi confesso, quando ho tempo compio qualche opera di carità e prego. Ma se ho tempo, in quanto ne posso anche fare a meno. Questo modo di pensare non è del discepolo di Gesù. Il discepolo non lascia correre, ma corre insieme a Gesù. Il discepolo ha bisogno di Gesù.Viviamo in un contesto fatto di precarietà. La vita ci sembra fluida, liquida. Passiamo da una cosa ad un’altra senza renderci conto e senza capire il nesso ed il senso di tutto. Sembra finito il tempo delle ferme decisioni, quelle definitive, del per sempre, di quelle decisioni per le quali ci si “moriva” pur di restare coerenti con i propri valori. Tutto passa, solo il Signore resta fedele o solo chi è con Cristo si mantiene fermo e fedele nelle sue decisioni.

Vangelo di Domenica 26 Giugno 2022
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