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Già da due anni il Centro ospita immigrati giovani e meno giovani, persone di età compresa tra i 20 e i 30 anni, di origine africana

Dai Padri Trinitari i profughi imparano l'italiano

Mario Lorenzini conduce ricerche di attualità sociale, l'ultima delle quali è: “Profughi a scuola per imparare l'Italiano”, che tratta dell'insegnamento della lingua italiana presso il Centro di accoglienza profughi gestito dai Padri Trinitari

Parole chiave: padri trinitari (5), immigrati (1)
Una riflessione sulla condizione degli immigrati

La solidarietà verso gli immigrati è uno dei temi oggetto delle riflessioni che Mario Lorenzini conduce nelle sue ricerche di attualità sociale. L'ultima delle quali è: “Profughi a scuola per imparare l'Italiano”, che tratta dell'insegnamento della lingua italiana presso il Centro di accoglienza profughi “Terra Ferma” gestito dai Padri Trinitari nel popolare quartiere livornese della Venezia, dedicato al Padre Trinitario Vincenzo Cataldo. Già da due anni il Centro ospita immigrati giovani e meno giovani, si tratta in larga parte di persone di età compresa tra i 20 e i 30 anni, di origine africana, in maggioranza provenienti dal Senegal, Mali, Guinea, Nigeria, Zambia, che seguono con attenzione e interesse le lezioni di italiano impartite da un docente iraniano laureato all'Università di Roma. Lorenzini, grazie alla sua personale amicizia con Padre Bleve, ha potuto assistere ad alcune lezioni e ha potuto constatare l'assiduità, l'impegno e la voglia di imparare degli allievi, così per far meglio comprender loro il paese in cui si trovano a vivere in questo momento, ha regalato agli studenti alcuni libri, un vocabolario, delle carte geografiche della Toscana e dell'Italia. Ma quello che ha colpito Lorenzini è stata anche la loro condizione di “richiedenti asilo”, questi immigrati infatti sono regolarmente registrati presso la Prefettura di Livorno per accedere ai benefici della protezione internazionale, purtroppo però attendono l'esito della loro richiesta da almeno tre anni (qualcuno anche da cinque), per questo motivo Lorenzini auspicherebbe l'intervento del Prefetto e del Vescovo in loro favore. In questa attesa snervante la conoscenza della lingua italiana può costituire un mezzo per una possibile futura integrazione.

Gianni Giovangiacomo

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