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Mons.Kondrusiewicz dichiarato persona non gradita dal governo Bielorusso

La colpa della Chiesa cattolica bielorussa: stare con il popolo

Parole chiave: bielorussia (1), mons.Kondrusiewicz (1)
Un attacco alla Chiesa cattolica

La Chiesa Cattolica ed il suo vescovo sono ‘banditi’ dalla Bielorussia, la Chiesa perseguitata è ai confini europei e nessuno muove un dito da Bruxelles. Unica preoccupazione dei Palazzi europei è quella di non ‘riconoscere il risultato delle elezioni’, chiedere il rispetto delle libere manifestazioni e la liberazione dei prigionieri. La libertà religiosa non è una priorità per l’Europa, come non lo è mai stata per la grancassa della stampa di regime (occidentale).  
Per la Chiesa Cattolica di quel paese, i suoi sacerdoti, i suoi fedeli ed il suo vescovo è iniziato un lungo periodo di esilio forzato e sofferenze. Le elezioni Presidenziali bielorusse si sono svolte il 9 Agosto e dal giorno seguente, appresi i risultati, larghe fette di popolazione e i rappresentanti della opposizione sono scesi in piazza per protestare sul contestato plebiscito che avrebbe riconfermato Lukashenko al potere, unico Presidente di Repubblica ex sovietica in carica ininterrottamente dal 1994.
Ebbene, la colpa della Chiesa cattolica bielorussa è stata una sola: stare con il popolo. Infatti, fin dal 12 Agosto, l’arcivescovo di Minsk mons. Tadeusz Kondrusiewicz ha chiesto pubblicamente la fine delle violenze della polizia e dell’esercito di Lukashenko contro i pacifici manifestanti (qui). Politica? Niente affatto, moto del cuore di un buon pastore verso le sue ‘pecorelle’ massacrate di manganellate e condotte in prigione per la sola ragione di dimostrare il proprio dissenso e la propria delusione per il risultato elettorale.
Il Santo Padre, certamente coinvolto dal prelato bielorusso, ha fatto sentire la sua voce, univoca richiesta di ‘giustizia e dialogo’ tra tutte le parti in causa, tra il Governo ed il popolo della Bielorussia.
Il vescovo, mons. Kondrusiewicz, non si è perso di animo: il 18 agosto ha dapprima chiesto alle autorità di permettere ai sacerdoti di visitare in carcere i prigionieri e manifestanti sequestrati dalle forze di polizia, poi ha mostrato il suo virile coraggio e sfidato il divieto del Governo andando lui stesso fuori dal carcere di Minsk a pregare il Santo Rosario per i prigionieri e per le guardie. Una immagine ed un gesto tanto potente e virile da indurre il Governo ed il Presidente Lukashenko a minacciare la libertà religiosa e di culto per i cattolici e qualunque Chiesa cristiana osasse protestare.
Il 21 agosto, in un incontro tesissimo tra l’arcivescovo di Minsk mons. Kondrusiewicz, il metropolita ortodosso Tadeusz Kondrusiewicz e Jurij Karaev, potentissimo ministro bielorusso degli Interni a capo della sicurezza del paese, è stato comunicato ai due presuli di “dedicarsi alla preghiera, non ai manifestanti”, diversamente avrebbero dovuto pagarne le conseguenze. Il giorno seguente, ancor più chiaramente, il presidente Lukashenko ha tuonato dalla città di Grodno: “Mi sorprendono le posizioni delle nostre confessioni religiose. Cari miei sacerdoti, moderatevi e occupatevi dei vostri affari. Nelle chiese si deve andare soltanto a pregare: le  chiese ortodosse e cattoliche non sono fatte per la politica… molti di voi si dovranno vergognare delle posizioni assunte in questi giorni, e lo Stato non starà a guardare con indifferenza”.
Nel frattempo, come dall’inizio delle proteste, tra coloro che guidavano la folla dei manifestanti pacifici per chiedere nuove elezioni, c’erano anche sacerdoti cattolici ed ortodossi, poco fotogenici per i reporter della stampa internazionale ma assolutamente risoluti a seguire il loro mandato, stare e servire Cristo ed il popolo. Nei giorni seguenti l’arcivescovo Kondrusiewicz si recava in Polonia per partecipare ad un ritiro ‘mariano’ al Santuario di Częstochowa e per conferire con i confratelli della Chiesa polacca che molti sacerdoti ha inviato in passato e che ora sono parte attiva del clero bielorusso. Nulla di straordinario, nulla di sovversivo.
Ebbene, il 1° settembre l’arcivescovo è stato fermato al posto di frontiera tra (continua a leggere https://www.lanuovabq.it/it/bielorussia-attacco-frontale-alla-chiesa-cattolica)

Un attacco alla Chiesa cattolica
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