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Linea... di pensiero

Certezze e speranze per il futuro

Parole chiave: linea di pensiero (101)
Spiragli di normalità

In questo tempo di pandemia dobbiamo stare nel nostro Comune, nella nostra casa. L' estate ci aveva concesso uno spiraglio di normalità (di cui abbiamo abusato) e l'autunno ha fatto ri-esplodere il Covid, dal momento che, come ben evidenziato dai medici, non era assolutamente  scomparso. Adesso occorre uscire il meno possibile per arginare una crescita esponenziale di casi che possono portare al collasso del sistema sanitario. Il nostro modo di  pensare e di agire deve compiere una rivoluzione copernicana. Rinunciare a ciò che potevamo fare prima. Non possiamo essere né sorpresi, né stupiti, né amareggiati e neppure dispiaciuti di fronte a Dpcm severi che impongono molte restrizioni e chiusure. Occorre la consapevolezza che di fronte ad una pandemia aggressiva e globale la tempestività nelle scelte e la rinuncia sono l'unico antidoto necessario.

Modi di vivere "leggeri e frivoli", causano necessariamente situazioni di forte rischio. E lo abbiamo constatato in questo breve periodo vanificando l'impegno di tanti che si erano messi in regola investendo risorse ingenti per garantire la massima sicurezza. Tergiversare ed essere attendisti, rimandando e temporeggiando, ha accentuato chiusure che forse potevano essere evitate. Occorre prontezza e decisionismo. Ed in particolare è proprio in questo momento che dobbiamo mettere da parte divisioni e protagonismi ed "essere comunità". Adesso è il tempo di dedicarci alla nostra casa, di  scoprire il valore della lettura, strumento fondamentale per affrontare il mondo, anche nelle difficoltà. Di comprendere quanto siano necessari gli affetti, passati e presenti. Di ripensare anche al nostro rapporto con Dio. Siamo costretti a "stare fermi" e a interrompere la normalità a cui eravamo abituati da anni, secondo consuetudini di vita, che devono, per forza maggiore, "essere sospese". Usiamo questo tempo per "pensare in grande" e progettare "nuovi tempi", per fare tesoro dei talenti e farli fruttare, per non sprecare le risorse (soprattutto umane).

La politica dia orientamenti  mettendo in luce quelle  che sono le priorità per offrire una vita dignitosa e giusta. E valorizzi coloro che possono contribuire a "costruire la città terrena". Non sia tiepida e timorosa e non si affidi a mediocri e a "sponsorizzati". È grave che in un mondo super connesso e super tecnologico, che dovrebbe fondarsi sulla conoscenza, manchino professionalità (si pensi al campo sanitario, ma non solo). Meno cose futili e più cose utili. Più coraggio nelle scelte. Più capacità di programmazione e azioni più celeri. Per un futuro che possa ancora dare certezze e speranze! Ne abbiamo, tutti, bisogno!

Spiragli di normalità
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