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Adolescenti, in rete per vivere l’estate

Il vescovo Gervasoni: «La collaborazione con gli enti locali e la scuola sarà la chiave per rendere i ragazzi protagonisti del nostro tempo»

Parole chiave: oratori (61), giovani (94)
Rendiamoli protagonisti

La novità dell’estate 2021 sarà di sicuro che la pandemia non è più una novità, anche se non sappiamo bene ancora con quali restrizioni avremo a che fare. Diocesi, parrocchie, oratori e associazioni, però, si stanno già attrezzando – e questa volta di certo con qualche strumento in più rispetto all’anno scorso – per offrire ai ragazzi una stagione ricca che li aiuti a diventare grandi, come nella migliore tradizione. Con un’attenzione particolare agli adolescenti, i più segnati dalla crisi in atto. «L’obiettivo è renderli protagonisti – sottolinea il vescovo di Vigevano, Maurizio Gervasoni, delegato per la pastorale giovanile della Conferenza episcopale lombarda –. E per fare questo la strada, per quel che riguarda la comunità cristiana, passa dalla collaborazione con gli enti sul territorio e con la scuola».

Quale attenzione caratterizzerà questa estate nelle iniziative dedicate agli adolescenti?

Ciò che notiamo è che in questo momento essi sono i più fragili e per questo il nostro stile continuerà a considerare gli adolescenti non dei semplici interlocutori o destinatari dell’azione educativa, ma protagonisti del nostro impegno a costruire una rete educativa significativa.

In questo momento gli occhi di tutti sono puntati sulla scuola, con il dibattito su possibili percorsi estivi offerti in aula. Che prospettive apre questo panorama?

Assieme ai direttori degli Uffici lombardi di Pastorale giovanile stiamo riflettendo sulle modalità di collaborazione con il mondo della scuola e con gli enti sul territorio, un po’ sulla scorta di quello che si è mosso lo scorso anno. Da parte dei responsabili della Pastorale giovanile c’è sicuramente molta voglia di mettersi in gioco e tutti sono pronti a farlo rimodulando tutte le esperienze in base alle restrizioni in atto. In molti poi chiedono di poter organizzare dei campi scuola oltre ai centri estivi. Inoltre in questo momento, in cui la scuola chiede la collaborazione di tutti, si presenta l’occasione per riflettere sul tipo di modello di integrazione che si può realizzare tra mondo scolastico ed enti sul territorio, anche alla luce della richiesta di pensare a percorsi integrativi dei vari debiti formativi. Dispiace, però, che in tutto questo non si sia dato il giusto posto e le risorse necessarie alle scuole paritarie: denota un certo 'statalismo' nel concepire la scuola a cui si delega la responsabilità sulle linee educative che dovrebbero invece riguardare l’intera comunità. E poi non dobbiamo dimenticare che tutto ciò deve avvenire con il coinvolgimento delle famiglie, le quali però ora ci sembrano po’ in difficoltà su una progettazione di questo tipo.

Il grande punto di domanda rimangono ancora le linee guide da seguire. Cosa vi aspettate a questo proposito?

Auspichiamo l’indicazione di norme chiare ma non così 'tecniche' come quelle dell’anno scorso, che hanno portato molti a vivere nel timore delle grosse responsabilità poste in capo a chi organizzava iniziative per i più piccoli. Una volta stabilite le priorità sanitarie, le regole di riferimento e i protocolli da seguire in caso di eventuali situazioni problematiche, forse si dovrebbe affidare di più agli operatori la riflessione sulle migliori modalità di gestione delle attività entro i limiti indicati. Tutto questo senza dimenticare, che il nostro compito è quello di rispondere ai bisogni dei ragazzi e alla loro voglia di vivere, mettendoli nella condizione di potersi impegnare per qualcosa di socialmente costruttivo e apprezzato. Così li aiutiamo a interiorizzare la ricerca del bene comune come scelta di vita.

Fonte: Avvenire
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