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Il paese è in ginocchio

Le parole di Padre Damiano dopo l'attentato

Parole chiave: Beirut (1), Libano (47), padre Damiano Puccini (24)
Padre Puccini: "Distruzione e disperazione ovunque"

Dopo l'attentato di ieri pomeriggio nella capitale libanese, abbiamo contattato padre Damiano Puccini, sacerdote missionario che ci ha raccontato brevemente la situazione

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"In strada c’è tanta disperazione per i morti, per i danni agli edifici, ai negozi e soprattutto alle persone.
Tre ospedali sono distrutti. Il porto è distrutto. C'è un nube tossica che sta invadendo la città e la miseria aumenta.
Noi stiamo cercando di dare una mano preparando sacchetti di farina e legumi da distribuire.
La nostra missione è a 17 chilometri dall'inizio di Beirout e a 20 dal luogo dell'attentato.
Sono passato stamattina alle 6.00 con il pulmino  dall'autostrada fino all'incrocio di ingresso del porto ed era desolante vedere le gru dei container a terra e la gente disperata per i feriti e morti per lo scoppio dei vetri e anche per le saracinesche sfondate.
Come ho scritto nei notiziari precedenti di “Oui pour la vie” il paese é già allo stremo per la crisi finanziaria, adesso con la distruzione del porto, è in ginocchio.
La gente vive chiusa in casa ma il presidente ha chiesto di lasciare Beirout per chi può a causa della nube tossica".

Per aiutare padre Damiano e il popolo libanese
Bonifico intestato al conto: Oui pour la Vie, presso Unicredit a Cascina (PI). Indirizzo:Rue Mar Elias,35 Damour Lebanon.BIC-Swift: UNCRITM1G05 IBAN: IT94Q0200870951000105404518; dopo invio offerta scrivere il proprio indirizzo e telefono a info@ouipourlavielb.com per poter confermare il ricevimento dell’offerta. P Damiano Puccini

Leggi l'articolo di Avvenire
Due potenti esplosioni, una dopo l'altra, scaturite in un grande magazzino nel porto, hanno sconvolto a metà pomeriggio di martedì la capitale libanese Beirut. Almeno 4mila persone sono rimaste ferite, con un numero di morti che è salito di ora in ora fino a superare la impressionante cifra di cento. Alcune vittime sono rimaste intrappolate sotto le macerie di edifici circostanti abbattuti dalla deflagrazione: è interamente crollato un edificio di tre piani, danneggiato anche alcuni ospedali. L'onda d'urto ha mandato in frantumi i vetri e fatto saltare le porte degli edifici per un raggio di diversi chilometri. Alcuni distretti sono rimasti senza elettricità.

A essere pesantemente colpito è stato il distretto commerciale di Hamra dove interi negozi sono stati completamente distrutti,
finestre infrante e molte macchine danneggiate. Tante persone, insanguinate, si sono affollate fuori dal Clemenceau Medical
Center. La probabile causa della tragedia è "l'enorme quantità di nitrato di ammonio", un composto usato come fertilizzante e anche per la fabbricazione di esplosivi, immagazzinato nei capannoni del porto.

Un'enorme nuvola di fumo nero ha inghiottito l'intera area portuale. Sui social si sono moltiplicate le immagini dell'esplosione avvenuta nel periodo della peggiore crisi economica degli ultimi decenni, che ha lasciato quasi la metà della popolazione in povertà; e in un momento in cui gli ospedali sono già messi a dura prova per la pandemia da nuovo coronavirus. Ora la situazione è drammatica: manca plasma ed è stato rivolto un appello a medici e sanitari perché si mettano a disposizione per curare i feriti che sono affluiti negli ospedali. Molti di loro vengono curati nei parcheggi perché all'interno non c'è più posto.

continua a leggere (https://www.avvenire.it/mondo/pagine/libano-esplosione-feriti-beirut)

Padre Puccini: "Distruzione e disperazione ovunque"
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