Non può diventare un reato esprimere opinioni ragionate sulle espressioni dell’orientamento sessuale
Omofobia, libertà per la ricerca
Lo psichiatra Cantelmi: nella legge si dica esplicitamente che l’indagine scientifica non è in pericolo.
Si è conclusa giovedì sera in commissione Giustizia alla Camera la discussione sul testo che si propone di estendere agli atti di discriminazione e di violenza legati al sesso, al genere, all’identità di genere e all'orientamento sessuale, quanto previsto dagli articoli 604 bis e ter del codice penale. Rimandata invece a martedì prossimo la votazione dell’articolato messo a punto da Alessando Zan (Pd). Lo aveva deciso mercoledì a tarda sera l’ufficio di presidenza della Commissione dove era stata raggiunta una intesa con Lega e Fdi, che minacciavano ostruzionismo. Dopo la votazione sul testo base, ci sarà tempo fino a mercoledì 15 luglio alle 16 per la presentazione degli emendamenti. La proposta di legge è atteso in Aula, alla Camera, per il 27 luglio. Intanto ieri c’è stato un intervento della ministra del-l’Interno, Luciana Lamorgese, sui figli delle coppie omogenitorali. Rispondendo al question time, a una domanda relativa alla carta di identità dei minori con due mamme o due papà, ha detto si sta valutando «un adeguamento dei software idonei a immettere i dati». Come si ricorderà, era stato il ministro Salvini nel 2019 a togliere la dicitura 'genitori' per reintrodurre 'padre e madre'. Ora però, ha detto Lamorgese, «il Garante per la protezione dei dati personali ha comunicato segnalazioni sull’applicazione del decreto ministeriale, dando la disponibilità per intervenire». L’intenzione, in sostanza, è quello di tornare alla dicitura 'genitori'. Una scelta, non solo formale, che rischia di scatenare nuove polemiche.
«Nella proposta ci sono ambiguità che vanno chiarite e concetti non ben definiti. Tutto il lavoro clinico sui temi del genere deve avere la possibilità di fare ipotesi e di verificarle senza conseguenze»
«Escludiamo esplicitamente la ricerca scientifica dalla legge sull’omofobia. Il rischio è che ipotesi apparentemente negative sul tema dell’orientamento sessuale e della sua espressione possano essere giudicate come un reato». L’invito arriva da Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta, docente di psicopatologia all’Università Gregoriana, autore di molti studi sul genere e sulle patologie legate all’orientamento sessuale.
La proposta di legge sull’omofobia, come autorevolmente osservato da studiosi come Mirabelli e D’Agostino, pretende di risolvere con il diritto penale un complesso nodo antropologico nei confronti dell’omosessualità e degli altri orientamenti che rifiutano il binarismo sessuale. È davvero così difficile definire scientificamente questioni come omofobia, identità di genere, orientamento sessuale?
Il contributo della scienza è molto vasto e direi ha aiutato profondamente a depatologizzare l’orientamento omosessuale e a restituire dignità a persone profondamente ferite da gravissimi comportamenti discriminatori e violenti. Oggi sappiamo che la scienza non ha difficoltà a considerare l’orientamento omosessuale come una variante del comportamento sessuale senza pregiudizi e senza discriminazioni. Questo ovviamente ha molte conseguenze anche sul piano pastorale. Su questo ci dobbiamo interrogare con onestà. È un percorso lungo che la comunità scientifica ha fatto nel tempo e che tutti noi stiamo facendo. Quindi la premessa fondamentale è quella di accogliere il contributo della riflessione scientifica in ogni ambito.
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