Il tempo dell'impegno
Una riflessione sulla ripartenza
Questo dovrebbe realmente essere il tempo dell'impegno. Del richiamo forte al dovere. Tutti a offrire il proprio costruttivo contributo per l'edificazione del Paese. Ciascuno chiamato a fare la propria parte. Dovremmo contribuire a intensificare una Italia della solidarietà, del coraggio, che non demorde di fronte alle difficoltà e trova coesione di intenti per il bene di ognuno e di tutti. Abbiamo sperimentato in questo periodo di Coronavirus la complessità dei problemi che necessitano di essere affrontati con la complessità di proposte sagge e concrete. Occorrono risorse ingenti non solo economiche ma anche risorse di idee che snelliscano le procedure vischiose e farraginose che frenano lo sviluppo, la creatività, che annullano l'operosità, che affievoliscono l'entusiasmo. Occorrono interventi che rivoluzionino l'adagiarsi su politiche passive per il lavoro. Bisogna urgentemente promuovere e fare investimenti ingenti e straordinari su politiche attive per il lavoro!
Ripartiamo da ridare bellezza e sicurezza alle nostre terre, alle nostre città, ai nostri paesi. Creiamo occasioni di lavoro facendo veri investimenti per le grandi opere, ma anche per le più piccole, comunque fondamentali per i cittadini, come l'edilizia scolastica, quella abitativa, quella culturale. Anche ogni Chiesa torni a splendere di bellezza. Siano recuperate le Chiese abbandonate e ormai ruderi e fatiscenti, quelle costruite dai nostri avi e innalzate per onorare il Signore, per ringraziare della vita, per far conoscere a tutti che "Il Signore fa grandi cose". In esse, preferibilmente, tornino a essere celebrati i riti, tutti invitati liberamente a nutrirsi del corpo e del sangue di Cristo! Oppure diventino luoghi di accoglienza, spazi di cultura, di istruzione e formazione, di relazione, di vita! Rimettiamo in moto il Paese con cantieri permanenti. I costi saranno ripagati da un benessere sociale indescrivibile. Il debito diverrà risorsa operosa. Si esauriranno immediatamente i redditi di cittadinanza, di emergenza, i sussidi inoperosi e in parte viziosi. Non ci sarà più bisogno di Navigator o di traghettatori. Il lavoro ci sarà in abbondanza per tutti e l'Italia sarà finalmente una Repubblica fondata sul lavoro!
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