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I cantanti: «Raccontiamo un disagio». Gli esperti: «Ma ai più piccoli mancano strumenti per capirlo»

Droga e "trap", che nesso c'è

La codeina, il sesso, l’istigazione a trasgredire: viaggio nel mondo della musica che piace ai ragazzi

Parole chiave: trap (2), droga (16)
L'inchiesta

«La mia ragazza segue la moda, io seguo i soldi e la droga», canta Dark Side, ex membro del seguitissimo collettivo romano Dark Polo Gang (20 milioni di visualizzazioni per un solo video su Youtube e più di 750mila follower).

«Nella padella pollo e cocaina», ancora la Dark Polo Gang. Poi c’è Sfera Ebbasta, il rapper idolo incontrastato degli adolescenti (per altro legato in passato alla tragedia di Corinaldo): «Voglio solo blunt e Sprite », ovvero cannabis e codeina, che viene appunto diluita nella nota gazzosa per addolcirne il sapore creando così quello che viene chiamato Purple drank oppure Lean. Sul web c’è anche un video in cui il cantante la prepara e la beve durante un concerto davanti a una folla inneggiante di ragazzini.

È solo la punta dell’iceberg, tranquillamente individuabile in rete: quello dei riferimenti espliciti di molti testi trap all’utilizzo di droga, che naviga nel mare dell’adolescenza italiana e che s’è scontrato con le vite di Flavio e Gianluca, a Terni, una settimana fa. La musica, in sé, c’entra poco, ma stando alle testimonianze degli amici, è dalla passione dei due ragazzi per la trap (variante del rap più in voga al momento) che è nato il loro interesse per la codeina. Si tratta della droga di elezione per i rapper del genere, anche se in realtà iniziò a diffondersi tra i jazzisti afroamericani fin dal dopoguerra, perché facilmente reperibile grazie alla presenza in alcuni sciroppi per la tosse. D’altronde, già nel 1977 Eric Clapton non era meno esplicito: «Se vuoi dimenticare brutte notizie (prendi) cocaina», e la storia della musica, perlomeno dagli anni ’50 in poi, è sempre andata di pari passo con quella degli stupefacenti. La trap, da questo punto di vista, assomiglia all’ultima reincarnazione del trinomio “sesso, droga e rock’n’roll”.

Non solo musica

Il punto, però, oggi è un altro. Da tempo ormai sui social si corre la gara a chi è più “criminale” e il successo, quello decretato da like (approvazioni virtuali), condivisioni e numero di seguaci non lo raggiunge soltanto chi è bravo a suonare. Si può diventare influencer anche solo mostrando di saper essere cattivo, illegale, amante delle droghe, abile nel spacciarle. Un esempio è 1727 wrldstar, al secolo Algero Corretini, 23 anni. Uno che a fare il rapper ci ha provato, ma a quanto pare non è andata bene. È così che ha cominciato a insultare altri personaggi simili a lui. Poi un giorno si è ripreso in diretta mentre sfrecciava a 110 all’ora per le strade della Magliana, periferia di Roma, finendo contro un muro. Ed è allora – sembra incredibile – che è arrivato il successo: in un paio di mesi 230mila fans. Ora, a suo dire, guadagna migliaia di euro a settimana con Instagram e fa il pieno di contatti con le dirette. Che consistono nel litigare e minacciare altri suoi “colleghi”, fare sesso in diretta, provocare le forze dell’ordine, persino sniffare cocaina. Ma è droga vera? «Sì», come lui stesso ha ammesso ai microfoni della trasmissione Le Iene.

continua a leggere su https://www.avvenire.it/attualita/pagine/droga-e-trap-che-nesso-c

Fonte: Avvenire
L'inchiesta
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