Dopo il Coronavirus
Le richieste dei genitori, in attesa di proposte formative “sicure” per i figli durante il lungo periodo estivo Chiesa in campo: dal 15 giugno al via le iniziative per i ragazzi
Anche al tempo del coronavirus e della didattica a distanza la fine della scuola per le famiglie apre di fatto una nuova stagione. Un tempo, però, che quest’anno sarà tutto da ripensare. A quest’ora solitamente ci si prepara per i centri e i campi estivi, che però per l’estate 2020 non potranno svolgersi nelle modalità consuete essendo sottoposti a regole molto stringenti per garantire la sicurezza e i protocolli sanitari previsti dalle linee guida fornite dal governo e dalle singole Regioni. Il problema per i nuclei familiari, però, resta: a chi affidare in queste settimane i propri figli? Una domanda che non si ferma alla mera necessità di avere assistenza nel tempo in cui gli adulti sono al lavoro.
È sempre più chiaro, infatti, che bambini e ragazzi hanno bisogno di tornare a vivere relazioni di qualità che li aiutino a superare il disagio provocato dall’isolamento forzato di questi mesi. In tutto questo la Chiesa italiana è in prima linea, avendo cominciato ben prima della formulazione delle linee guida nazionali sui servizi all’infanzia e all’adolescenza con la proposta di «Aperto per ferie», un pro- getto della Pastorale giovanile pensato per aiutare oratori, parrocchie e associazioni ad offrire alle nuove generazioni un’estate di qualità.
Da lì è venuta la prima spinta che ha messo le diocesi e le comunità locali in marcia per progettare i centri estivi, i grest, gli oratori feriali. La data fatidica è quella del 15 giugno, quando sarà possibile partire con i servizi dedicati ai più piccoli. A chiedere uno sforzo particolare per stare accanto alle famiglie, è stato il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, che già il 30 maggio durante la Messa crismale aveva invitato i preti ad aprire gli oratori con coraggio, anche se rispettando le severe regole imposte.
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