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Storia e politica nelle parole del professor Cardini

Nel suo intervento il relatore ha riunito insieme la sua storia familiare con quella nazionale e internazionale

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L'attuale momento della politica estera

Nella Sala Conferenze della Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci, il Professor Franco Cardini ha tenuto una conferenza sul tema: “L'attuale momento della politica estera”.

L'iniziativa dell'incontro era stata presa dal Movimento femminile Fidapa e dal Circolo culturale “Il Centro”, il cui presidente, Enrico Dello Sbarba, ha presentato il relatore, già docente universitario, conosciuto internazionalmente come studioso dell'età medievale e ne ha ricordato il grande successo ottenuto nei precedenti incontri avvenuti a Livorno.

Nel suo intervento Cardini ha riunito insieme la sua storia familiare, personale, con quella nazionale e internazionale. Proveniente da una famiglia modesta dove il padre aveva, come titolo di studio, la quinta elementare e la madre la terza, in età giovanile come meta professionale aspirava a fare l'insegnante di Liceo o il giornalista. Da un punto di vista della partecipazione politica Cardini ha detto di aver scelto in gioventù il Movimento Sociale Italiano che, ai suoi tempi, fu il primo a schierarsi per l'italianità di Trieste, messa in forse, dalla sconfitta della Seconda Guerra Mondiale, questa adesione fu anche un po' conflittuale con la sua scelta, come cattolico osservante, dell'Azione Cattolica. Dal MSI venne però espulso per “deviazionismo” perché, insieme ad altri giovani del partito, mandò una lettera di congratulazioni a Fidel Castro per la sua conquista del potere a Cuba, affermando così la dignità del popolo cubano.

Venendo all'oggi della politica Cardini ha sottolineato che ci troviamo di fronte ad un “periodo pericoloso” connaturato da una forte caduta della società civile, da una “depoliticizzazione” che può divenire l'anticamera dell'autoritarismo. Perciò disistima, stanchezza, sfiducia, sono sempre da combattere, in quanto la politica è sempre parte importante della nostra vita.

Riflettendo  ancora su se stesso Cardini ha ricordato la sua partecipazione alla “Terza pagina” del quotidiano di Indro Montanelli e la sua presenza all'Ente Cinema diretto da Gillo Pontecorvo. Culturalmente di “destra” e tradizionalista secondo i principi della dottrina cattolica “le mie idee sociali dicono però che io sia di sinistra”.

Nell'analizzare la situazione mondiale il relatore ha anche evidenziato come la forbice sociale tra i molto poveri e i molto ricchi si stia allargando. Alla globalizzazione americana  si sta opponendo la presenza e la potenza della Repubblica Popolare Cinese, infatti il disavanzo del debito pubblico americano è in mano alla Cina, per cui l'America, secondo l'economista Stiglitz, può essere messa di fronte o al proprio fallimento o a una guerra! Le testate nucleari sono dappertutto, anche in Italia, anche in Toscana, per cui: “siamo su un vulcano!”, si parla di “armi nucleari tattiche”, ma non si dice che sono come quella che distrusse Hiroshima. Ancora una volta Cardini ha chiarito che “la povertà avanza e avanzano le distanze  al di sotto della sopravvivenza quotidiana in molti paesi del mondo: è una sconfitta e bisogna correre ai ripari!”. Come insegnante di storia il relatore ha rilevato che “la storia nazionale si studia troppo e si studia male”, bisogna invece capire e far capire i collegamenti passati e presenti con le vicende internazionali che hanno sempre a che fare con l'Europa e con i singoli stati nazionali e far conoscere i mali scaturiti dal colonialismo.

Bisogna parlare delle vicende del Canale di Suez, della Guerra di secessione americana, dell'Inghilterra con la sua repressione colonialista della produzione del cotone dell'India, delle miniere belghe per la ricerca dei diamanti dove venivano tagliati i piedini dei bambini, e nessuno ricorda i tre milioni di bengalesi morti di fame nel periodo 1942/45. “Altro che Hitler o Stalin!”.

Credo -ha concluso Cardini- nella “possibilità di migliorare attraverso l'apprendimento. Certe cose bisogna comunicarle ai ragazzi”. Sulla questione dei negoziati diplomatici tra Russia e Ucraina la domanda da porsi è: “Cosa ne pensa della pace Biden?”, non c'è per ora una sua chiara presa di posizione!

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