Somalia, Etiopia e Kenya nella morsa della fame. E il mondo non fa niente
La guerra in Ucraina ha contribuito ad aumentare i prezzi del cibo e questo ha aggravato ulteriormente una situazione già tragica
Non bastavano i mali endemici, dal debito insostenibile alla sordità dei Paesi ricchi che tagliano sugli aiuti, poi sono arrivate l'ennesima siccità, la pandemia di Covid-19 e infine la guerra in Ucraina. Questi ultimi due eventi hanno determinato un aumento dei costi del cibo, a cominciare dai cereali, a livello mondiale. La ciliegina sulla torta della fame.
In particolare in Etiopia, Kenya e Somalia, la siccità e la carenza di cibo potrebbe uccidere una persona ogni 48 secondi, calcolo fatto facendo riferimento alle esperienza passate. È quanto denunciano oggi Oxfam e Save the children in un rapporto.
A 10 anni dall’ultima carestia che ha fatto 260.000 vittime in Somalia, la metà delle quali bambini sotto i 5 anni, la comunità internazionale sembra incapace di evitare la fame in Africa orientale. Al momento, già quasi mezzo milione di persone è in carestia in alcune regioni di Somalia e Etiopia, mentre in Kenya 3,5 milioni soffrono la fame.
“Tutti gli appelli delle Nazioni Unite per la risposta umanitaria nei diversi Paesi sono scarsamente finanziati, a causa di altre crisi, come quella ucraina, aggravando ulteriormente la piaga della fame in questa parte dell’Africa”, ricordano le due organizzazioni.
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