Lavoriamo perchè finisca la guerra
Il Vecchio Continente non ha consapevolezza della propria cultura comune e della propria storia
Come durante la pandemia, anche durante queste prime settimane di guerra siamo tutti sommersi da informazioni, grazie ai tanti inviati che con grande coraggio ci parlano dal fronte, notizie, ma anche giudizi, valutazioni, raffronti storici… in cui è difficile districarsi. Ho cercato di informarmi il più possibile, ma anche di formarmi un giudizio, pronto a cambiarlo, verificandolo giorno dopo giorno. Un giudizio che voglio condividere con i lettori di Tempi.
L’Ucraina aggredita da Putin
Innanzitutto una cosa deve essere chiara: Putin è l’aggressore e il popolo ucraino è la vittima. Non tutti sono chiari su questo. L’Ucraina è stata invasa, bombardata, straziata nelle vite umane e nelle case ad opera di un presidente che mette la logica della guerra e della distruzione a servizio dei suoi ideali. Non è il popolo russo contro il popolo ucraino. I due popoli sono da sempre fratelli. Nella lingua, nella cultura, oltre che nella fede. Naturalmente sulle bocche degli ucraini troveremo un giudizio tagliente contro il terribile periodo sovietico, tempo di morte e di schiavitù. Tutto giustificato. Non è un’avversione verso i russi.
Molti uomini di cultura russa sono nati in Ucraina. I due popoli potrebbero convivere pacificamente e arricchirsi culturalmente e spiritualmente se fossero aiutati in un progetto di convivenza che guardi al futuro.
L’Europa non ha un’anima
Purtroppo così non è stato. L’Europa, che ora giustamente guarda con preoccupazione e paura ad una terribile guerra di occupazione e di morte, non ha saputo intraprendere una politica chiara ed unitaria nei confronti della Russia. Una politica che aiutasse la Russia a privilegiare il suo rapporto con l’Europa piuttosto che con l’Asia. Non dobbiamo permettere all’immensa Russia di diventare una colonia della Cina. Tutti abbiamo bisogno di Céchov, Gogol, di Dostoevskij, di Tolstoj, di Pasternak. Essi fanno parte del nostro animo europeo.
Perché il nostro continente non ha saputo intraprendere con decisione una strada che aiutasse la Russia a vedere i vantaggi di un’integrazione verso Occidente? Perché l’Europa non ha un’anima. Non ha consapevolezza della propria cultura comune, della propria storia. Pensa che tutto il bene possa venire soltanto dai mercati, dalle tecnologie, dal compromesso politico, dalla diffusione di ciò che ella chiama “diritti”, operando una rivoluzione antropologica tesa a scardinare i valori su cui si è retta la storia del continente.
(continua a leggere https://www.tempi.it/ucraina-europa-debole-perche-non-ha-anima-camisasca/)
FONTE: Tempi
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