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È ora di pensare ai giovani

Un passo in avanti per implementare le idee e i progetti in attuazione

Parole chiave: governatori regione (1), elezioni (14), giovani (94)
Il modello Giovani sì

Lunedi si è conclusa una lunga, ed atipica, campagna elettorale avente ad oggetto uno storico referendum costituzionale ma che interessava anche il Governo di ben sei regioni, tra le importanti, italiane.

Ben quattro “Governatori” sono stati confermati ed in un caso, quello probabilmente politicamente più significativo, sebbene sia cambiato il Presidente è rimasta la stessa maggioranza consiliare con al centro il Partito Democratico.

Se da una parte è immaginabile che gli elettori abbiano deciso sulla base dei propri orientamenti più strettamente politici/valoriali, il successo delle liste presidenziali fa immaginare che sia stato altrettanto importante il giudizio sull’operato delle amministrazioni specialmente nella crisi legata al covid-19.

Potrebbe essere, in questo quadro, e nell’immaginare le scelte del #postcovid e del #recoveryplan, guardare insomma a quanto si è già realizzato nei territori ed individuare buone pratiche che, se adeguatamente aggiornate, potrebbero essere efficaci in altre realtà del nostro paese.

Si pensi al tema cruciale, già nelle prossime settimane, delle politiche attive per il lavoro ossia tutte quelle misure che potrebbero/dovrebbero essere messe in campo per rilanciare l’occupazione attraverso l’ingresso, od il rientro, nel mercato del lavoro di nuove energie.

Particolarmente importante sarà il lavoro da fare per i nostri giovani.

In questa prospettiva, ad esempio, potrebbe essere utile guardare a progetti, considerati “best practices” come quello toscano di Giovani si fortemente voluto dal presidente uscente ma divenuto, negli anni, un modello per altre amministrazioni.

L’iniziativa è partita nel 2011, dopo la grande crisi, con l’obiettivo principale di favorire il processo di transizione dei giovani verso l’autonomia, attraverso il potenziamento e la promozione delle opportunità legate al diritto allo studio e alla formazione, il sostegno a percorsi per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e la facilitazione per l’avvio di start raggiungendo oltre 335.000 giovani.

La Regione Toscana ha costruito, nella prospettiva di favorire l'autonomia dei giovani (gli under 40), un sistema di opportunità strutturato, ricorrendo a risorse regionali ma anche nazionali ed europee, in ben 7 macroaree: Tirocini, Casa, Servizio civile, Fare Impresa, Studio e Formazione, Lavoro e Giovanisì+ (partecipazione, cultura, legalità, sociale e sport).

Misure, quindi, che riattivano i ragazzi puntando non solamente all’esito, comunque auspicato, occupazionale ma scommettendo sulla necessità di rimettere in moto socialmente i giovani allontanando il rischio di esclusione sociale.

Nei prossimi mesi, insomma, le risorse, come il Sure reso operativo proprio in questi giorni, non mancheranno, il rischio è che manchino le idee.

Sarebbe forse un primo utile passaggio che Governo e Regioni (con gli esecutivi appena rinnovati) si confrontino trovando così, come nel citato caso toscano di Giovani si, idee e progetti già testati e che potrebbero essere implementati, lavorando sulle criticità, nel resto del paese magari con esiti persino migliori dell’originale.

Il modello Giovani sì
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