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La Cei stanzia 500 mila euro per il Tigrai

Dalla presidenza della Cei mezzo milione a favore della popolazione della regione. Un piano per agire subito con la Chiesa etiope e Medici con l'Africa Cuamm per ripristinare la sanità distrutta

Parole chiave: etiopia (2)
Etiopia, la guerra nascosta

Mezzo milione di euro dalla Chiesa italiana per la popolazione del Tigrai.allo stremo. Un contributo che da il via a un piano d'azione attuato in accordo con la Chiesa cattolica etiope da Caritas italiana e da Cuamm Medici con l'Africa. Secondo gli ultimi report delle agenzie umanitarie dell'Onu almeno 4,5 milioni di tigrini su una popolazione totale di sei milioni a causa del conflitto e della situazione di povertà antecedente alla guerra partita a inizio novembre hanno bisogno di assistenza sanitaria e alimentare. Lo stesso presidente della Croce Rossa internazionale Francesco Rocca aveva rilanciato 15 giorni l'allarme sui danni subiti dagli ospedali per bombardamenti e saccheggi e sulla impossibilità per l'80% della popolazione di accedere all'assistenza sanitaria. La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha annunciato oggi lo stanziamento di 500 mila euro dai fondi otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, a favore delle popolazioni della regione settentrionale dell Etiopia. che dal 4 novembre è al centro di uno scontro militare e politico che sta ulteriormente aggravando le già precarie condizioni dell’area, provata dalla malnutrizione e da importanti problemi sanitari. Il conflitto ha finora provocato 1,3 milioni di sfollati interni e circa 60.000 profughi fuggiti principalmente in Sudan, oltre che danni significativi alle infrastrutture.

I saccheggi, sempre più frequenti, stanno mettendo a repentaglio l’erogazione dei servizi sociali essenziali. Un numero imprecisato di centri sanitari è stato vandalizzato e gli operatori non retribuiti hanno lasciato i loro posti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che solo il 22% delle strutture sanitarie sia funzionante.La Chiesa cattolica etiope, con la Caritas nazionale, ha subito attivato una rete di coordinamento per monitorare la crisi e garantire una risposta umanitaria adeguata, coinvolgendo gli Uffici diocesani, i membri internazionali della rete Caritas già presenti sul territorio e realtà come Medici con l’Africa Cuamm, la più grande organizzazione italiana nata nel 1950 impegnata nella promozione e tutela della salute in Africa.e attiva in Etiopia dal 1980 e che nel Tigrai, ad Adigrata ha gestito ler 15 anni, fino al 2007, centri riabilitativi per gli invalidi di guera.

Lo stanziamento della Presidenza Cei è destinato, attraverso Caritas Italiana, a garantire cibo e acqua, beni di prima necessità, kit sanitari e scolastici e a supportare le strutture sanitarie della regione sia con interventi di ristrutturazione che di fornitura di farmaci, dispositivi medici e materiali.Il Cuamm agirà invece a sostegno di quattro ospedali-

"Per i prossimi 9 mesi ci concentrermo - spiega il direttore della Ong cattolica don Dante Carraro - sul centro di salute della Chiesa cattolica Etiope ad Idaga Hamus a pochi km a sud da Adigrat, gestito dalle Suore Figlie di Sant’Anna saccheggiato e parzialmente distrutto per ristrutturarlo, fornire equipaggiamenti e supporto a farmaci anti diarroici e contro le malattie respiratorie oltre a incentivi per il personale locale al fine di riprendere le attività sanitarie. Forniremo quindi medicinali e materiali di consumo all'ospedale governativo "Ayder" del capoluogo del Tigrai Macallè. Sempre nell’area centrale ed est della regione, aiuteremo i centri di salute della Chiesa Cattolica di Alitena, gestito dalle Suore di Madre Teresa di Calcutta e quello di Shire gestito dalla Suore di Sant’Agostino cui contribuiremo con necessari incentivi per far tornare al lavoro il personale e con medicinali per la popolazione."

Grazie al contributo della Cei il piano di aiuto partirà velocemente. Secondo le stime delle organizzazioni umanitarie se non si interviene .in fretta e se non cessa il conflitto si rischia nell'area, grazie al mix dei danni provocati dalla pandemia uniti alle distruzioni e alle violenze della guerra e alla carestia una catastrofe umanitaria come quella che commosse il mondo all'inizio degli anni 80, 40 anni fa uccidendo milioni di persone.

Fonte: Avvenire
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