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Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te

IV Domenica di Quaresima

Parole chiave: commento al Vangelo (216)
Due figli "lontani"

DAL VANGELO DI LUCA 15, 1-3.11-32
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».Cominciando dalla fine. La parabola detta del “figliol prodigo”, forse meglio del “padre misericordioso”, manca di un finale. Normalmente ogni storia ha un finale lieto o meno, ma il racconto di Gesù, provocatoriamente, non ha un finale. Non si sa se il figliol prodigo, ritornando a casa solo per convenienza, abbia accolto l’amore di Dio e non si sa, soprattutto, se il figlio maggiore abbia partecipato alla festa per il ritorno del fratello.Nel racconto della parabola del padre misericordioso vi sono due figli che entrambi hanno vissuto “lontani” dal Padre: il primo anche fisicamente, il secondo, pur abitando sempre con lui, è lontano di fatto.Gesù racconta questa parabola poiché alcuni che lo contestavano del fatto che frequentasse persone moralmente discutibili. L’immagine del padre che va incontro al figlio minore, il quale aveva vissuto un trascorso immorale, rimanda al Dio di Gesù che va incontro ad ogni peccatore per convertirlo, nel senso di renderlo partecipe del suo amore. Il figlio maggiore, che si sente il bravo ed il perfetto, di fatto non ha mai amato né il padre, né tanto meno il fratello.Se manca un finale alla parabola è perché ciascuno di noi lo deve scrivere. Gesù desidera che ciascuno di noi partecipi a questa festa, si senta coinvolto nella festa della misericordia. Dice il Signore: “Io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte”.

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