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Quando il Figlio dell’uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?

La riflessione di don Ordesio bellini sulla discussione della conversione di Silvia Romano

Parole chiave: conversione (1)
Deus lo vult!

Ecco, ci risiamo! Altra discussione a mio pare assolutamente inutile a proposito della cosiddetta “conversione all’Islam” della Silvia Romano.
Conversione libera, costretta, riscatto? So soltanto che al suo posto non garantisco che sarei stato così forte da resistere in tale situazione.
A dire il vero è più una discussione  per alimentare strumentalmente controversie di tipo politico. Dal punto di vista ecclesiale ci siamo comportati, mi sembra, quasi tutti in modo dignitoso, cioè con un silenzio intelligente di fronte a situazioni del genere, tolto alcuni che invocavano e evocavano i grandi martiri.Il pericolo, la mancanza di libertà, la legittima paura, la fatica. Forse molti di noi in circostanze simili si convertirebbero a qualunque forma di religione e quant’altro.
Non so se avete visto il bellissimo film “Silence” di Martin Scorzese. Se avete l’occasione, lo consiglio.

Che dire allora di coloro che sproloquiano e invocano il martirio e, fino a prova contraria, per gli altri. Calma! il martirio è una cosa seria e suppone un’adesione a Cristo e alla propria fede che non si riscontra facilmente nella stragrande maggioranza dei nostri cattolici cristiani “all’italiana”. Forse potremmo dire “all’europea” o all’ “occidentale”.

Non conosco la storia della nostra Silvia. Potrei sbagliarmi ma credo che rientri in questa maggioranza.  Come ho sentito rispondermi  da un giovane a cui un giorno chiesi se lui era cristiano “certo! ho fatto tutto”, penso sia molto probabile che la risposta sarebbe stata più o meno così.Se per caso questo fosse il suo grado di adesione a Cristo e alla fede cattolica, direi che la nostra Silvia ha fatto bene a chiedere il Corano, a leggerlo e “convertirsi”. La vita in generale va tenuta stretta.

INFATTI, e qui arriviamo al punto! Questa “conversione” mi ha comunque fatto pensare.
E quei due o tre giovani che hanno mandato a me, ancora  parroco a quel tempo,  la lettera scaricata da Internet in cui chiedevano lo “SBATTEZZO”?  e i tanti giovani e meno giovani che hanno fatto del giorno della loro Cresima il punto di partenza forse senza ritorno del loro abbandono della vita cristiana

Quante volte mi sono chiesto se quelli che “lasciano la Chiesa” in realtà ne abbiano mai fatto parte, come pure tanti che “non la lasciano” ma di fatto non hanno mai saputo o percepito di farne parte.

Quante volte più o meno convinto ho detto a tanti giovani “magari diventaste dei buoni luterani, o dei buoni buddisti” ma sul serio! però. C’è sempre il rischio che anche questo sia vissuto come una moda o comunque all’italiana o all’europea.

Ci sono preti e anche qualche vescovo passati all’anglicanesimo semplicemente per poter prendere in moglie l’amante fino ad allora più o meno segreta. Certo gli anglicani sono pur sempre cristiani, ma ogni “conversione” o anche semplice cambio nella vita per essere credibile dovrebbe avere motivazioni più alte! O forse esagero?

Tutti costoro infatti non vivevano con la minaccia di un kalashnicov o di un coltellaccio alla gola o di essere stuprati. Si sono convertiti al denaro e alla bella vita, con la scusa magari, più o meno fondata, dei tanti scandali nella Chiesa. Molti hanno semplicemente barattato la loro “fede” con il sopraggiungere del sole dell’estate, delle vacanze, del weekend e quant’altro. Certo loro sono da considerare peccatori ma pur sempre battezzati. Non fanno pubblica manifestazione di apostasia.  Ma se non sanno nemmeno cos’è l’apostasia!  Se lo venissero a sapere forse lo farebbero per avere qualche prima pagina in qualche giornale locale o anche semplicemente per fare rabbia ai preti o anche, e sarebbe onesto, per coerenza con la loro discutibile vita.
Già negli anni cinquanta del secolo scorso se non ricordo male perché a quel tempo ero veramente un ragazzino si cominciò soprattutto in Francia a parlare di “apostasia delle masse”, tema che ricorre ormai da decenni nella letteratura sociologica e teologica.

Questo è il vero problema che ci deve far soffrire. Non se la nostra Silvia è diventata musulmana e va in giro con il capo coperto.Non c’è nemmeno bisogno di scomodare l’ecumenismo per riconoscerle il diritto di essere ciò che vuole o ciò che è stata obbligata a volere. Anche l’ecumenismo è una cosa seria.

Dobbiamo essere invece preoccupati di quanti, e sono tanti, hanno di fatto lasciato la Chiesa per convertirsi al NULLA, al vuoto esistenziale o al sentimentalismo che può anche risultare generoso ma che rimane comunque fragile.

In questo contesto come si fa a chiedere seduti in un salotto coerenza fino al martirio!

Povera Silvia. Dalla violenza di una banda di terroristi a quella di una banda di idioti.
 E poi ci sono quelli che “godono” perché pubblicamente e con un certo scandalo un’altra persona ha abbandonato quella chiesa che tanti vorrebbero far scomparire o semplicemente rendere sterile e insignificante.
E poi ci sono alcuni, in questo caso musulmani, che contano quanti passano alleloro fila, come se la fede, qualunque fede, fosse un problema di somma aritmetica e il confronto tra le varie fedi fosse una specie di corsa automobilistica.

Ammesse le nostre colpe, cercato con ogni mezzo intelligente di continuare con fatica ma con entusiasmo a annunciare Cristo e la Sua salvezza, prendiamo atto e facciamoci una ragione di quanto ci dice il Signore: siamo e saremo lievito e luce del mondo. Niente di più, ma è quanto ci chiede il Maestro! Il Signore non ha mai rincorso chi si ne è andato, a quei pochi che rimangono chiede: “ Volete andarvene anche voi?”.
Meditiamo seriamente sulla domanda inquietante del Signore“«Quando il Figlio dell’uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?» (Lc 18, 8). Questa domanda mi ha sempre “tormentato”. Io sono convinto di sì, ma spero sempre che il Signore tardi a tornare per darci il tempo di organizzarci un po’ e di convertirci.Dandoci magari qualche aiutino con qualche opportuno spavento. Il corona virus forse è un po’ troppo ma anche quello chissà se basta.

Guardiamo anche ai tanti che scoprono o riscoprono il Signore e il Vangelo liberamente e dopo un serio approfondimento. D’altra parte il Signore trova sempre il modo di fregarci come quando ci dice che dobbiamo pregare in silenzio chiusi nella nostra stanza. Ci chiede il silenzio, non la pubblicità. E’ nel silenzio che continua a crescere la Chiesa non tanto nei numeri (anche quelli) ma nell’intensità della fede spesso nascosta di tanti uomini e donne nel mondo.

E poi, ma questo diciamolo sottovoce, anche i nostri lontanissimi antenati a volte nei secoli hanno “convertito” intere popolazioni con la minaccia, e non solo la minaccia, delle armi. Chiedetelo ai Sassoni al tempo di Carlo Magno. Un esempio tra tanti.Oggi non lo faremmo e non lo facciamo più. Qualche gruppetto qua e là lo sogna ancora, ma non è possibile. E questo non solo perché la situazione storica non ce lo permette più, ma perché abbiamo capito che è lo stesso Vangelo a impedirlo.

I Crociati di una volta partivano al grido “Deus lo vult”. Quel grido vale ancora oggi ma in modo assai diverso. Come dice spesso il Papa Francesco, ma già Benedetto XVI, la Chiesa cresce non per costrizione ma per attrazione. E per noi cristiani ciò significa che la responsabilità ricade tutta sulle nostre spalle: urge la nostra testimonianza di una fede coerente. DEUS LO VULT!

Deus lo vult!
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