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Fate come il chicco di grano

Parole chiave: san lorenzo (2)
Commento al Vangelo

Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».

Il chicco di grano, pur piccolo che sia, ha un solo destino se vuole essere grande: deve morire. La disarmante semplicità del meccanismo naturale stride fortemente con ciò che tutti noi vorremmo: conquistare senza fatica la salvezza, essere a tu per tu con Gesù ma liberi da quella croce ingombrante, portare molto frutto restando esattamente tali e quali a ciò che siamo. Il destino di questo seme, però, è glaciale: chi non muore a se stesso, chi ama la propria vita in questo mondo tanto da non volersene separare a nessun costo, è destinato solo e soltanto alla solitudine, a perdere senza speranza qualunque tipo di contatto con il terreno, con la sua vita, con chi gli sta attorno. Una morte lenta e per giunta sterile. Invece, il dono di sé senza riserve, come quello che fece il diacono Lorenzo nel III secolo: fu un seme molto generoso, i cui frutti ancora oggi sono visibili in ogni opera di carità che viene compiuta nel nome del Signore. Servitore generoso e fedele, ci sproni ad esserlo a nostra volta, per poter essere onorati dal Signore.

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