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Signore insegnaci a pregare

La preghiera del Padre nostro

Parole chiave: commento (254)
Commento al Vangelo di Domenica 24 Luglio

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».“Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli”. Dopo aver visto Gesù pregare, i discepoli chiedono al Signore che insegni loro a pregare. Il modo di pregare di Gesù deve essere stato talmente affascinante che i discepoli vogliono imparare, desiderano apprendere.La preghiera del cristiano è imitazione della preghiera di Gesù, affidamento totale al Padre, dialogo amorevole tra noi e Lui. Purtroppo le nostre preghiere rischiano di essere, invece, pietosi monologhi, dei biechi tentavi attraverso i quali vogliamo convincere Dio ad entrare nella nostra volontà.Abbiamo bisogno di imparare. Non sappiamo pregare eppure ci sentiamo competenti, all’altezza di saper dialogare/parlare quasi alla pari con Dio. La preghiera è una grazia prima di tutto. E’ un entrare in punta di piedi nello spazio di Dio e Dio, allo stesso tempo, entra nel nostro spazio.Di contro rischiamo di non percepire l’importanza ed il valore della preghiera. Anzi la sentiamo inutile, improduttiva. Preferiamo l’azione alla preghiera e mettiamo le due in conflitto di valori, considerando la prima più utile e produttiva della seconda.In una cultura economica e produttiva dove regna il profitto, la preghiera viene considerata come poco redditizia, non apporta utili quantificabili. Gente di poca fede, direbbe il Signore.Nel Vangelo di Luca noi vediamo Gesù pregare prima di momenti importanti e significativi della sua vita. Gesù prega da solo ed insieme. Tutti i giorni e durante il giorno. E le due forme di preghiera, quella personale e quella comunitaria, sono complementari, servono entrambe. Preghiamo da soli come ha fatto Gesù e preghiamo insieme sempre come ha fatto il Signore, quando chiamò a sé gli apostoli nell’orto degli ulivi, affinché pregassero insieme a lui.Se non sappiamo pregare o se vogliamo verificare la genuinità della nostra preghiera, affianchiamoci ai maestri di preghiera e chiediamo a loro cosa gli apostoli hanno chiesto a Gesù: “Insegnami a pregare”.

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