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Faggioni: «Omosessualità, la morale non può ignorare la scienza»

Molti fattori influiscono sull’orientamento, non c’è un gene che decide

Parole chiave: omosessualità (3)
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«Si tratta di una ricerca i cui risultati sono in sintonia con quanto si stava evidenziando nelle ricerche sulla genesi dell’omosessualità negli ultimi anni, ma apportano dati nuovi e ben fondati sull’importanza del dato genetico. Da anni osservazioni sui gemelli monozigoti, soggetti in pratica geneticamente identici, e sulla familiarità del comportamento omosessuale avevano attirato l’attenzione dei ricercatori. Le conclusioni del gruppo di Ganna chiariscono due cose: la prima è che non si può correlare l’orientamento omosessuale sia maschile sia femminile ad un gene particolare, ma ad alcune associazioni di geni e, in secondo luogo, che il peso del fattore genetico è dell’ordine del 20-25 per cento. Esistono molti fattori convergenti e interagenti, prenatali e postnatali precoci, di natura organica e psichica che intervengono nella complessa definizione della identità sessuale e nella genesi dell’orientamento sessuale». Così padre Maurizio Faggioni, medico endocrinologo, bioeticista e teologo morale – è sua tra l’altro la voce 'omosessualità' sul recente Dizionario di teologia morale della San Paolo – riflette sulla genesi dell’omosessualità a partire dalla ricerca di Ganna.

Se nella formazione dell’orientamento sessuale solo il 20-25% sembra determinato dalla componente genetica, significa che esiste un ampio margine in cui la persona può compiere scelte autonome?
Parlare di orientamento e di compor- tamento omosessuale in modo univoco probabilmente non è corretto. Più rispondente alla realtà sarebbe forse parlare di 'omosessualità' al plurale, ma, restando sulle generali, gli elementi che giocano nella genesi dell’omosessualità sono molteplici: gli influssi genetici e gli steroidi sessuali che agiscono sull’encefalo nella vita prenatale sono fra i più rilevanti, ma non possiamo certo trascurare l’influsso delle prime esperienze del neonato e del bambino e, soprattutto, il legame che si crea con la coppia genitoriale. Questi elementi agiscono come imprinting neuropsichici sulla mente del bambino e segnano in essa tracce profonde e durature che sono la base su cui si svolge e si sviluppa, a poco poco, la sua singolarità personale. Ricordo, a questo proposito, che l’edizione ufficiale del Catechismo della Chiesa Cattolica, riguardo alle tendenze omosessuali, le definisce correttamente e prudentemente «profondamente radicate» (CCC 2358), mentre la versione provvisoria in italiano diceva erroneamente «tendenze innate». Tornando alla domanda, bisogna dire che esistono in tutti noi fattori molto 'antichi' e indipendenti dalla nostra volontà che ci dispongono a sviluppare un certo orientamento sessuale e, sotto questo punto di vista, l’orientamento appare come un dato che precede le scelte concrete e, in particolare, le scelte sessuali.

continua https://www.avvenire.it/attualita/Pagine/omosessualit-la-morale-non-pu-ignorare-la-scienza

Fonte: Avvenire
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