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Benedetto XVI al Serra Club di Livorno quando era Cardinale

La conferenza tenuta al teatro La Gran Guardia

Parole chiave: papa benedetto (3)
Un ospite d'eccezione. Il ricordo di quella giornata
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L’11 marzo 1996 il Serra Club di Livorno (Presidente Pier Giacomo Doni e V.P: Programmi Patrizio Benvenuto) e l’Ufficio Cultura Diocesano (diretto da Don Antonio Marini), proposero al Vescovo di allora, S.E. Mons. Alberto Ablondi (che aveva voluto il Serra a Livorno), un incontro di estrema importanza per la nostra città: la conferenza del Cardinale Joseph Ratzinger, allora “Prefetto della S. Congregazione della Dottrina della Fede”, sul tema “Il prete nel mondo di oggi. Ministero e vita dei sacerdoti”: incontro che, con la successiva elezione del Cardinale a Papa Benedetto XVI assunse rilievo eccezionale.   Per la sua realizzazione venne messo a disposizione “La Gran Guardia”, il più grande cinema-teatro della città, concesso dal titolare Giovanni Lippi. Il teatro accolse più di mille persone, tra le quali il Presidente della Regione Toscana Vannino Chiti, il Vescovo Ausiliare della Città Mons. Vincenzo Savio, il Sindaco Gianfranco Lamberti, il Prefetto Vincenzo Pellegrini, il Presidente della Provincia di Livorno Claudio Frontera, molti vescovi della regione Toscana, esponenti del mondo religioso, militare, amministrativo, economico e tanti, tantissimi cittadini anche di altre province che raggiunsero Livorno addirittura con pullman che gremirono la grande platea.

Come scrisse la dott.ssa Alessandra Martuscelli nel suo articolo pubblicato da “Il Tirreno”, dopo i saluti del Presidente Doni e l’introduzione del Vescovo Ablondi, il Card. Ratzinger iniziò la sua relazione, definita dal Vescovo

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Savio nelle sue conclusioni “in salita”. Ratzinger si riferì al Decreto sul Ministero dei Presbiteri promulgato dal Concilio Vaticano II, affrontando il primato della Parola rispetto a quello del Sacramento spiegando che “la questione non è se far prevalere una visione di tipo socio-funzionale del sacerdozio o una visione teologica”, in quanto questi due aspetti non sono in alternativa ma sono una compenetrazione feconda. Infatti i presbiteri hanno come primo dovere l’annuncio del Vangelo, ovvero l’annuncio del Regno di Dio attraverso la venuta di Cristo, nel quale la Sua Parola ed il Suo destino di morte e resurrezione si intrecciano in modo nuovo; perciò le parole sono vuote senza la persona Vivente del Figlio Incarnato. Allo stesso modo il sacerdozio non insegna la propria sapienza ma la verità e la volontà di Cristo, e la sua parola e la sua azione hanno significato in quanto partecipazione al sacrificio di Cristo e questo implica il sacramento del sacerdozio. Ratzinger sottolineò che con il sacramento c’è l’intervento di Dio e l’uomo può donare ciò che di sé non potrebbe donare. Il Cardinale proseguì illustrando che la prospettiva e il fine dei sacramenti sono la felicità dell’uomo e l’affermazione di un amore infinito. Per quanto riguarda la spiritualità dei sacerdoti e la loro vita in un mondo attivo e frenetico, spiegò che se la stessa azione quotidiana è accompagnata da una ascesi spirituale, occorre però il contatto diretto con Dio, come momento di rifugio privato e di respiro dell’anima. Ratzinger concluse affermando che essere sacerdoti significa entrare nella comunità degli uomini e farsi piccoli per partecipare alla gloria comune della Redenzione.

Terminata la conferenza, al Cardinale Ratzinger fu riservato una incontro conviviale in Vescovado, alla presenza di un ristretto numero di ospiti.

La cena -tanto sobria quanto di qualità- fu magistralmente curata dal socio Beppino Mancini, titolare del ristorante “La Barcarola”.

Il giorno successivo Ratzinger fu accompagnato ad una breve visita della città ed in particolare sul lungomare, del quale rimase affascinato.

Celebrò poi la S. Messa nella Cappella delle Suore dell’Istituto Santa Caterina, per noi storica perché in essa, il 18.XI.1978, vi fu incorporato il Serra Club Livorno. Dieci anni dopo, ovvero dopo che Ratzinger fu eletto al Soglio Pontificio, fu posta una targa in ricordo di quell’evento.

Ho chiesto al Presidente di allora, Pier Giacomo Doni, di ricordare in poche righe quella giornata: 

“11/3/1996. Sono passati 25 anni da quel giorno e mi è stato richiesto un "pensiero" una "riflessione" su quella data. Non potrò mai dimenticare cosa è stato per me e per il nostro Club l'incontro con l'allora Card. Ratzinger ed ora Papà emerito Benedetto XVI.

- i giorni che hanno preceduto quella conferenza;

- l'impegno profuso dai componenti il Consiglio direttivo insieme a molti altri soci che si sono accollati compiti diversi per la buona riuscita della manifestazione;

- le sinergie, l'impegno e l'entusiasmo dei vari soci;

- la grandissima partecipazione della cittadinanza alla conferenza sul tema "Il prete nel mondo di oggi" tenuta al teatro "Gran Guardia" (oltre mille persone, il teatro era completamente pieno) ;

- la presenza di tanti Vescovi della Toscana, delle Autorità di Regione Provincia e Comune ma soprattutto quella di tre persone ora scomparse a me tanto care (ma credo lo siano anche per tutti voi) Mons. Ablondi, Mons. Savio e Don Antonio Marini;

- la cena in semplicità e fraternità che si svolse in un salone del Vescovado magistralmente organizzata dal nostro caro socio Beppino della Barcarola;

- la passeggiata che facemmo il giorno seguente alla terrazza Mascagni (dopo che aveva celebrato la S. Messa dalle suore di S. Caterina sul Viale Italia) il Suo entusiasmo per il luogo e le Sue parole di ammirazione che lo fecero esclamare pressappoco così "chissà se potrò tornare qui, ma io lo spero proprio".

È vero, riflettendo quelli erano giorni e tempi pieni di speranza e di fiducia nel futuro: le "aperture" del pontificato di Giovanni Paolo Secondo; la caduta pochi anni prima del muro di Berlino; il termine della guerra fredda; il disfacimento dell'impero comunista; popoli che potevano esprimere liberamente il proprio pensiero o che potevano in tutta libertà darsi dei regolamenti e statuti.

Voglio continuare a credere che per i nostri figli e soprattutto per i nostri nipoti ci siano tempi sempre migliori fatti di amicizia e di unione fraterna.

Questo auguro di tutto cuore a tutti voi.”

 

Il socio Beppino Mancini scrisse questa sua riflessione:

“Quello che mi ha colpito e che serbo nel cuore è che il Cardinale, dopo aver tenuto una Lectio Magistralis di altissimo livello espressa in un linguaggio aulico, una volta in Episcopio, ha ripreso le vesti di un semplice sacerdote e prima della cena, da solo, in punta di piedi è venuto nella cucina del Vescovo Ablondi dove, insieme alle suore e ai miei collaboratori, preparavamo la cena, e scusandosi per il disturbo che ci aveva arrecato ci ha ringraziato con tanto affetto e ci ha impartito la Sua benedizione. Un gesto che solo i grandi Personaggi sanno fare. Un gesto che è rimasto impresso nel mio cuore e che serbo gelosamente. Grazie Benedetto XVI ‘Magno’”.

Altri soci (Patrizio Benvenuto, Enrico Salvatori, Rolando Ceccotti, Daniela Musumeci) mi hanno scritto ricordando quella giornata come un evento memorabile tanto per la presenza di tantissime persone (laici, religiosi, autorità civili e militari) che gremirono il Teatro La Gran Guardia, quanto per l’attenzione che le parole dell’alto prelato suscitarono nell’uditorio, quasi fosse un segno del futuro grandioso a cui, quel Cardinale, era destinato.

 

Un ospite d'eccezione. Il ricordo di quella giornata
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