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L'incontro degli insegnanti di religione cattolica con il Vescovo

Tutta la nostra vita deve essere un interrogativo: dalla mia gioia, dalla mia contentezza, dalla mia felicità

Parole chiave: irc (5), insegnanti religione cattolica (7), formazione (23)
Suscitare domande sul senso della vita

La Sala Fagioli in Vescovado ospita il primo incontro di formazione dell’anno scolastico 2022-23 per gli insegnanti di religione (IRC) della Diocesi di Livorno. «A una domanda vera si risponde con verità. La religione e il problema del male» questo il tema affrontato, relatore Monsignor Simone Giusti. La sala è al completo e gli IRC sono particolarmente attenti e partecipi. I fogli si riempiono di appunti e le dita scorrono veloci sulla tastiera di computer e smart phone per gli IRC digitalizzati.

Monsignor Simone sottolinea con forza l’importanza delle domande. Una caratteristica fondamentale oggi per costruire un dialogo e una narrazione della fede è suscitare domande. Altrimenti è inutile dare risposte soprattutto nel rapporto in aula con gli studenti. Occorre inoltre essere sapienti nel porre le domande come nel Piccolo principe: «Ponimi la domanda giusta che io ti risponderò». Quali sono le domande religiose presenti oggi? Una di esse: Dio o il nulla? Oggi ha più credibilità il nulla di Dio. Un paradosso. Occorre creare dei dubbi sul nulla. Se non scalzo il nulla non posso parlare di Dio che è l’essere per eccellenza. Le fake news nel nostro tempo hanno talmente campo che il nulla è accreditato. Il nulla è un mito. Tutto è dovuto al caso. Devo scalzare la fatalità. La creazione dicono gli scienziati è avvenuta secondo un progetto intelligente di cui noi facciamo parte.

L’altra fake news è “la fine”. Nell’universo esiste la fine che ci precipita nel nulla perché tutta la vita è senza senso, è un caso? Noi siamo in presenza di una cultura impregnata di miti dove ci ritroviamo a fare una evangelizzazione ma dobbiamo prima scalzare il nulla, la fine e il caso. La vita è senza senso, non ha significato, precipita nel nulla. Questi tre miti uniti insieme portano l’adolescente a dire: «Io faccio cosa mi pare e quando mi pare». Si incentiva un comportamento edonista e narcisista che è motivato dalla soddisfazione di qualunque desiderio anche se mi porta alla morte. Emerge tra i giovani tanta solitudine, si preferisce l’erotismo anziché costruire un rapporto affettivo. Manca l’amore. “L’antidoto” è creare mille dubbi alle false notizie che oggi prevalgono per affrontare alcune tematiche prettamente religiose. Di conseguenza sorgono le domande: Dio esiste? Chi è? Gesù di Nazareth è Dio e a cosa serve? Perché Dio è il Salvatore? Cos’è la Redenzione?

Occorre riuscire a cogliere delle evidenze prime, altrimenti rimandiamo l’ascolto con chi abbiamo di fronte. L’evidenza prima che provoca tutti è la morte. L’Inferno non è un’invenzione dei preti nel quale siamo destinati a finire se non c’è qualcuno che interviene.  Non ci vuole la fede per dire che la morte è il fine della mia vita. La mia vita, pertanto, ha come fine la morte? La morte è per sempre? La morte è l’invincibile per tutti? Se questo fosse vero la morte sarebbe l’Onnipotente. Oggi c’è un’immensa rassegnazione sulla morte. Per questo motivo il massimo a cui un uomo può aspirare è avere un po' di piacere occasionale: nel cibo, nel sesso, nel lavoro, nei viaggi come Paradiso consolatorio. Dobbiamo quindi proseguire con le domande. Me la sento come uno che prova a scappare? Qual è il piano di fuga?

Il piano di fuga dalla morte è Gesù Cristo. Cristo come ponte dalla vita alla vita affinché si possa superare il baratro della morte per sempre restando in vita. Questo ponte è robusto, è affidabile?

Se non nasce la domanda non ha senso l’interesse verso Gesù.  Gesù è la via di fuga, è la vita?  Nel profondo del cuore dell’uomo c’è una sete di speranza. Altra fake news che va smontata è l’eutanasia. Il Dj Fabo è morto con il suicidio assistito ma non si può affermare che è nella pace. Il pensiero “dominante”, imposto, vuole rendere notizia autentica l’eutanasia come la via al Paradiso.

L’uomo si trova di fronte ad una scelta: rassegnarsi e andare all’Inferno, la morte per sempre, oppure passare dalla porta stretta che è Gesù con la Sua Resurrezione e incamminarsi verso il Paradiso. La decisione dipende dalla libertà dell’uomo, dalla sua libertà di raggiungere il proprio destino.  

Non bisogna avere paura di parlare agli studenti del problema della morte. Dicono gli psichiatri che se i bambini dai tre ai sei anni non hanno risolto il problema della morte vanno in paranoia. Il problema della morte è una domanda vera che è legata al senso della vita.

La morte per alcuni filosofi razionalisti tedeschi è la fine della relazione. La morte da un punto di vista biologico non esiste, mentre esiste da un punto di vista relazionale.

L’uomo non è solo materia.  L’uomo è un tutt’uno, materia e corpo. Con la morte l’uomo non è acosmico ma pancosmico in attesa della resurrezione finale. Il legame con la materia è puramente occasionale. La mia identità non cambia con il cambiare del mio corpo fisico. La differenza che contraddistingue l’uomo non è il peso corporeo ma l’amore. Non qualcosa di materiale ma qualcosa di spirituale.

Il Vescovo insiste e invita gli IRC a suscitare domande e affrontare le domande vitali. Tutta la nostra vita deve essere un interrogativo: dalla mia gioia, dalla mia contentezza, dalla mia felicità.  La morte non esiste, passano gli anni e mi attende il meglio: la Vita eterna.

la registrazione integrale dell'incontro su https://youtu.be/9IB9oZt3rNc

tutte le foto dell'incontro su https://photos.app.goo.gl/iAN7pvTFFCwk3BDF7

Suscitare domande sul senso della vita
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