Tutti i corsi di quest'anno
Anche quest'anno le lezioni si svolgono alla parrocchia dei Sette Santi

Il prossimo 11 ottobre alle 18 alla chiesa dei Sette Santi inizieranno i corsi della scuola di formazione teologica (SFT) diocesana, intitolata a "Don Marini".
Per l’anno 2022/2023 la SFT propone per i nuovi iscritti, o per chi desidera approfondire, il corso di “TEOLOGIA MORALE FONDAMENTALE” del prof. don Schiavone; in continuità invece con i corsi biblici anticotestamentari, dopo il corso sul “Cantico dei Cantici” dell’anno scorso, quest'anno sarà la volta dello studio dei “PROFETI” tenuto dal prof. Marino.
In ambito filosofico/teologico sarà possibile seguire il corso di “ANTROPOLOGIA” con il prof. Salvini. A completare il quadro del primo quadrimestre il prof. Barbieri darà seguito al corso sulla “LITURGIA” con la trattazione in particolare dei Salmi e della liturgia delle Ore.
Ecco il calendario con gli orari e le date
Teologia Morale Fondamentale
da martedì 11 ottobre a martedì 17 gennaio
ore 18.30 - 20.00 prof. don R.Schiavone
I profeti
da martedì 11 ottobre a martedì 17 gennaio
ore 18.30 - 20.00 prof. M. Marino
Antropologia
da giovedì 13 ottobre a giovedì 19 gennaio
ore 18.30 - 20.00 prof. G. Salvini
La liturgia: trattazione dei Salmi e Liturgia della parola
da giovedì 13 ottobre a giovedì 19 gennaio
ore 18.30 - 20.00 prof. Don V.Barbieri
Modalità di lezione
I corsi si svolgono in parte in presenza presso la parrocchia dei Sette Santi Fondatori, in via Sette Santi 12.ì e in parte on line con la didattica a distanza sincrona. L’inizio delle lezioni è previsto per il giorno 11 ottobre.
Notizie utili
Per informazioni e per iscriversi è necessario contattare la segretaria, la sig.ra Marta De Matteo, che è disponibile tutti i giorni, negli orari di lavoro, al cel. 3381571425
o via mail scrivendo a dematteomarta@gmail.com
Per ulteriori chiarimenti e per specifiche richieste e/o problemi rivolgersi al Direttore della Scuola, il prof. Francesco Morosi, scrivendo all’indirizzo: francescomorosi@virgilio.it
La quota di iscrizione è stabilita in 20 € per ogni corso
Ma perché è importante studiare teologia?
Cosa significa fare teologia
La parola “teologia” proviene dalla composizione di due termini di origine greca: θεός (theos), che si traduce con “Dio”; e λόγος (logos), che, tra le altre accezioni, significa anche “discorso” o “pensiero”. Per cui la teologia è “un discorso su Dio”, oppure un “pensare Dio”.
Detto in altra maniera, fare teologia significa indagare intorno al mistero di Dio. Il teologo, quindi, è colui che cerca di approfondire la conoscenza di Dio e dei misteri ad Esso collegati.
Se, però, ci si ferma a questa definizione non si comprende fino in fondo cosa è teologia e cosa è il lavoro teologico. In realtà, ogni credente è chiamato ad approfondire i misteri della fede in cui crede. Però è anche vero che non ogni credente è un teologo. Ciò significa che, a quanto detto finora, manca qualcosa. E questo qualcosa è proprio lo specifico dello studio e della ricerca teologica.
Teologo e credente: base comune, ma compito diverso
Se ogni credente è chiamato ad approfondire e comprendere sempre meglio la sua fede, non è su compito specifico quello di andare fino in fondo alle singole questioni che possono sorgere e che chiedono di essere meglio indagate e risolte. Questo è il compito del teologo e l’obiettivo di studiare teologia.
Volendo fare un parallelo, si può far riferimento all’ambito medico cercando di comprendere la differenza tra il medico di base e il ricercatore. Entrambi studiano medicina e hanno una preparazione di base comune, ma poi il ricercatore si concentra su un aspetto specifico di un problema medico e ne studia i vari aspetti per poi arrivare ad una conclusione, che potrebbe coincidere con una cura. Il medico di base non è tenuto a conoscere tutti i processi e le modalità con cui si è arrivati a quella cura e sapere fino in fondo come quella determinata medicina opera per arrivare alla soluzione. Per lui è sufficiente sapere che c’è quel farmaco che risponde a quella esigenza e che è stato testato e valutato da chi di dovere.
Uscendo ora dalla metafora, credente e teologo partono dalla stessa base, che è la fede, ma, mentre il secondo cerca di “entrarvi dentro”, indagando le diverse sfaccettature e proponendo spiegazioni e comprensioni particolareggiate, il credente si basa sul lavoro del teologo utilizzandone le conclusioni per capire meglio anche lui quello in cui crede.
La teologia è un servizio ai credenti
In sintesi, la teologia serve per approfondire i diversi aspetti della fede, anche nelle sue particolarità, per poi arrivare a delle conclusioni che spiegano un po’ meglio quello che si crede, di modo che tutti i credenti possano usare questo lavoro per approfondire, a loro volta, la loro conoscenza.
Da notare che fare teologia significa, come si è visto, approfondire la fede, non inventarne un’altra o aggiungere qualcosa di nuovo a quello che si crede. Il teologo, da questo punto di vista, non è un inventore, ma un ricercatore, cioè uno che cerca le cose che ci sono e le porta alla luce. Il teologo non inventa nulla di nuovo, ma cerca, prova a comprendere meglio e ad approfondire, perché anche altri possano giungere alle consapevolezze che lui ha raggiunto per primo.
dal sito https://istituto.leoniano.it/sito/
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