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Don Armando Zappolini ai “Percorsi di Luce”

Spiragli di luce per una Chiesa che possa accompagnare, discernere e integrare

Parole chiave: don armando zappolini (1), percorsi di luce (7)
Per una Chiesa ospedale da campo

"La Chiesa che conosciamo è davvero un ospedale da campo?" su questo tema è intervenuto don Armando Zappolini nel quinto incontro dell'anno dei “Percorsi di Luce”. L'incontro, questa volta, si è svolto online nel rispetto delle misure di contenimento della pandemia.
Il relatore si è presentato come un uomo, un parroco, un prete impegnato nel sociale, intersecando in queste tre anime le proprie attività. Don Armando è parte di quella Chiesa “di strada”, di quella Chiesa fatta da operatori religiosi che vivono il loro impegno sociale quotidianamente. Convive con la sofferenza (importantissima nella sua vita è stata l’amicizia con Madre Teresa di Calcutta), nel mondo delle comunità di accoglienza, vicino alla gente che “in tanti anni non si è mai sentita a casa”. Quella parte della Chiesa da molti dimenticata che, con Papa Francesco, ritorna ad avere voce.
Il parroco di Ponsacco ha sottolineato come adesso, attraverso le parole, le azioni, gli scritti di Papa Francesco, la Chiesa si è maggiormente aperta a questa realtà. La storia di questo prete è simile a quella di tanti altri che, per tanto tempo, sono stati considerati quelli “strani”: troppo rivoluzionari, troppo comunisti, troppo aperti.
Adesso queste persone sono rientrate a pieno titolo a casa ed è stata restituita dignità al loro cammino: essi sono diventati uno strumento per “contaminare”, ed offrire un modo diverso di essere testimoni della misericordia di Dio e di una Chiesa attenta a farsi accogliente che sappia trasmettere un messaggio armonioso perchè: “si può essere sognatori con i piedi nel fango, si può essere contemplativi e combattenti, si può essere impegnati in un servizio, ma anche capaci di cambiare un modello di società.”. Una sintesi, questa, che don Armando, nella sua vita, ha pienamente vissuto e difeso, e che continua a fare tutt’ora.

don armando

L’intervento si è ben inserito nel cammino dei “Percorsi di Luce” che, attraverso diversi incontri, cerca di reintegrare appieno, all’interno della Chiesa, persone ferite nella relazione coniugale, attraverso un attento approfondimento del capitolo ottavo dell’esortazione apostolica “Amoris laetitia”
La parte dell’esposizione che più, forse, ha colpito chi ha partecipato alla riunione è stata quella in cui Don Armando ha sottolineato come il senso complessivo di quel capitolo, come pure dello spirito che Papa Francesco intende imprimere alla pastorale della Chiesa, è ben riassunto nelle parole conclusive: “Invito i fedeli che stanno vivendo situazioni complesse ad accostarsi con fiducia ad un colloquio con i loro pastori o con laici che vivono dediti al Signore. Non sempre troveranno in essi una conferma delle proprie idee e dei propri desideri, ma sicuramente riceveranno una luce che permetterà loro di comprendere meglio quello che sta succedendo e potranno scoprire un cammino di maturazione personale. E invito i pastori ad ascoltare con affetto e serenità”
Da qui sono partiti alcuni interventi dei partecipanti che hanno messo in luce come non sempre siano univoche le interpretazioni dei pastori, come pure diversi possano essere i cammini che possono intraprendersi o interrompersi a seconda dell’interlocutore con cui le persone più fragili vengano a confrontarsi. Si è chiarito bene anche quale sia il possibile itinerario per riaccedere ai Sacramenti, dopo un attento discernimento fatto con un sacerdote e la necessaria approvazione del Vescovo, a cui, è emerso come un suggerimento valido durante l’incontro, le persone interessate potrebbero inviare una lettera che riassuma la loro storia e la loro sete di comunione ecclesiale e sacramentale.
In conclusione, è emerso che tanta strada c’è ancora da fare e le difficoltà sono ancora parecchie, ma, anche in questo ambito, incominciano a vedersi spiragli di luce per una Chiesa che possa accompagnare, discernere e integrare. Questo itinerario è fondamentale se la comunità ecclesiale vuole affrontare situazioni di fragilità, complesse o irregolari, e diventare così un vero ospedale da campo.
Salutandoci con don Armando, abbiamo condiviso tutti un forte desiderio di potersi incontrare presto in presenza, anche con lui, per un confronto che favorisca in tutti una crescita di fede ed il raggiungimento di un’agognata serenità.

Per una Chiesa ospedale da campo
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