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Corso con delitto: la formazione al servizio

Una formazione per i ragazzi che si preparano alla Cresima

Parole chiave: servizio (33), giovanissimi (5), formazione (23)
La tre giorni diocesana con i giovanissimi

Come ad ogni inizio di anno pastorale, a settembre è tempo di formazione al servizio dei giovanissimi e dei giovani dei gruppi parrocchiali. Secondo le indicazioni del Vescovo, nell’ultimo anno del percorso formativo verso il sacramento della Cresima i ragazzi sono chiamati a scegliere la forma di servizio a cui vorranno donarsi. Ecco che il  "Corso con delitto" è stata la proposta del Centro pastorale di formazione per l'Iniziazione Cristiana in collaborazione con la Caritas diocesana e l'Ufficio liturgico per fare conoscere ai ragazzi gli ambiti in cui possono operare. 

“Corso con delitto” è stata sia una tre giorni di formazione al servizio, sia un punto di incontro e di svago,  per una nuova partenza per i gruppi dei giovanissimi. Un'equipe di formatori e una ventina di ragazzi, infatti, sono stati accolti per tre giorni nella parrocchia Santa Teresa di Calcutta dal parroco don Federico Mancusi e dai membri dell'oratorio "Beato Carlo Acutis" che hanno allestito il salone e preparato i pasti per tutti, rispettando le norme anti-covid. Un corso in sicurezza per imparare a servire in comunità e scegliere, secondo il proprio carisma, l’ambito più adeguato. Un corso dinamico, incluso in una storia curiosa e intrigante, un "giallo" stile Agatha Christie, alla scoperta dell'assassino o degli assassini del delitto, i cui personaggi sono stati interpretati dagli stessi formatori  e  dai collaboratori.

Hanno partecipato una ventina di cresimati e cresimandi dai 12 ai 17 anni  delle parrocchie: San Jacopo, Rosario, Sant’Andrea, Santa Teresa di Calcutta, Unità Pastorale Tre Arcangeli. Il primo giorno del corso don Fabio Menicagli ha fatto il contratto formativo, chiedendo le aspettative dei ragazzi, poi ha proiettato  il corto “Il circo della farfalla” suscitando commenti e riflessioni; in seguito ha spiegato il significato di servizio e l’importanza del dono di sé. Poi è stata la volta di Monica Calvaruso che ha disegnato l’identikit dell’animatore, seguendo le indicazioni dei ragazzi riguardo alle caratteristiche fisiche, metafora delle qualità del perfetto animatore o aiuto catechista. E’ stato fatto vedere un video in cui i ragazzi cresimandi del 2018-19  testimoniano la loro esperienza di animatore parrocchiale nella catechesi, in oratorio e nella Caritas, oppure come ministrante prima del periodo del Covid-19. Dopo ha mostrato, attraverso dei video, una delle tecniche di animazione più efficace per accogliere i bambini o intrattenerli nei tempi fermi: i bans e seguendo le indicazioni del tutorial i ragazzi si sono divertiti interpretandoli.

Il secondo giorno don Simone Barbieri e Gianluca Taddei hanno spiegato  il significato di essere ministrante, servitore secondo l’esempio di Gesù che non esitò per primo a servire i discepoli. Facendo un brainstorming, hanno affrontato il tema della celebrazione liturgica e della presenza del ministrante come invitato "speciale" da Gesù. Padre Francesco Gusmeroli, invece, ha fatto un laboratorio per introdurre la presentazione dei servizi Caritas, facendo disegnare un albero in cui scrivere il nome delle  fragilità sociali. I ragazzi divisi in gruppi hanno collaborato e portato a termine in modo entusiasmante il lavoro affidato. La sera è stata celebrata la santa messa e di seguito c’è stata l’adorazione Eucaristica, per stare con Gesù e perché al centro di tutto c’è Gesù Cristo: senza di lui tutto sarebbe vano.

Il terzo giorno il corso è iniziato la mattina, in particolare Monica Calvaruso ha spiegato il significato di oratorio, la differenza tra centro estivo e oratorio estivo, tra il mestiere di animatore turistico-ludico e l’essere animatore o catechista di un gruppo parrocchiale o del Grest. Da questo è nato un confronto aperto con i ragazzi che hanno fatto domande personali e hanno espresso il bisogno di essere seguiti da animatori adeguati che possano  crescere con loro,  e da educatori formati  e da guide spirituali che possano accompagnarli nella loro crescita personale e di gruppo. Praticamente hanno chiesto ciò che il sussidio #vieni&vedi insegna a tutti i formatori. Nel pomeriggio padre Francesco Gusmeroli ha illustrato cosa è la Caritas diocesana e quali funzione svolge; è stato proiettato un video di testimonianze di operatori parrocchiali, volontari e ragazzi del servizio civile che dedicano il loro tempo ad aiutare i più deboli e i poveri. Solo l’incontro con il povero fa vanificare la ricerca del piacere e conduce verso gli altri, toglie l’egoismo e l’autoreferenzialità. Donandosi ai più disperati si arriva a cambiare la vita e ci si sente salvati, perché “ la cura, cura”. Riguardo alla seconda parte del corso di liturgia, don Simone Barbieri e Gianluca Taddei hanno fatto vedere delle diapositive sull’essere animatore liturgico, il "decalogo del ministrante" ed hanno affrontato principalmente il tema del servizio del ministrante che, anche se "inutile" è al contempo vitale per le celebrazioni. Ogni lezione era intervallata da sei atti  del "giallo" ambientato nella  St. Therese High school  in cui gli insegnanti, guidati da un superbo preside, vengono mano a mano uccisi a causa della loro brama di potere. E’ una storia contorta e nello stesso tempo esilarante. La serata si è conclusa con la Messa di benedizione. I ragazzi hanno molto apprezzato questo corso sia nella modalità che nei contenuti e hanno espresso il desiderio di fare altri incontri durante l’anno per approfondire gli argomenti e soprattutto perché sono stati felici insieme e si respirava la presenza di Cristo. 

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