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Giovanni Spadolini: Uomo politico e uomo di cultura

La presentazione del libro su Spadolini

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L'incontro nella sala della Provincia

Nel Salone Consigliare della Provincia si è tenuta da parte del prof. Cosimo Ceccuti la presentazione del suo lavoro: “Giovanni Spadolini – Frammenti di una vita di italiano 1972-1994”. Si tratta di un Album fotografico, pubblicato dalla Fondazione Spadolini-Nuova Antologia, con il quale si è voluto ricordare il 25° anniversario della scomparsa dello statista fiorentino. “Uomo politico e uomo di grande cultura”, così lo ha definito l'organizzatore dell'incontro, il direttore del “Centro”, Enrico Dello Sbarba, che ne ha subito ricordato un episodio di quando Spadolini era Ministro della Pubblica Istruzione nel governo Andreotti. Dello Sbarba si trovava a Roma, ebbe l'occasione di incontrare Spadolini che sapendo che era di Livorno, gli disse: Vi voglio dare una anticipazione, ho appena nominato il nuovo Provveditore agli Studi di Livorno! Era da tempo infatti che questo incarico era vacante creando non poche difficoltà di gestione..

Anche il moderatore dell'incontro, l'ex direttore de “La Nazione”, Giuseppe Mascambruno, ha ricordato un episodio avvenuto a Livorno nel clima funesto del terrorismo: in via Grande vidi arrivare tre alfette della Polizia a sirene spiegate che seminarono il panico tra i cittadini, cosa era successo? Le macchine si fermarono davanti alla Libreria Belforte, Spadolini, allora Ministro della Difesa, fece il suo ingresso e … andò ad acquistare alcuni libri! Spadolini non era solo uno storico quotato, la sua opera “Gli uomini che fecero l'Italia” è conosciutissima ma era anche un lettore accanito che oltre alle librerie non mancava anche di rovistare tra le bancarelle dei libri.

Cosimo Ceccuti, che per trent'anni gli è stato accanto e lo ha conosciuto a fondo, ha subito evidenziato i buoni rapporti intercorsi tra Spadolini e il Presidente Ciampi che prese la direzione della “Nuova Antologia” alla sua morte. Il volume -ha continuato- raccoglie le immagini della sua vita politica, una scelta non facile perché si è voluto dare spazio agli aspetti  della sua umanità nel rispetto della memoria storica. Sollecitato da Mascambruno l'autore ha messo in rilievo alcuni elementi dell'azione culturale e politica di Spadolini: la passione per la vita dei giovani e le loro aspettative, che a loro dedicò alcune lezioni sulla Costituzione e che a loro cercò di inculcare “il senso dello Stato”. Poi l'amore per la gente, si sentì parte di loro negli incontri che ebbe nelle zone terremotate, e ancora: l'amore per la storia, in quanto fu autore di numerosi volumi storici su personaggi e avvenimenti italiani. Ma soprattutto fu “uomo delle Istruzioni”: le Istituzioni venivano sempre “prima e al di sopra delle parti”, anche del suo partito, il PRI, di cui fu Segretario. L'amore per l'Italia era sempre al primo posto ed il suo operare era intriso di “onestà morale e politica”.

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Fu uno dei responsabili del dialogo con gli Stati Uniti, quegli Stati Uniti di Reagan che spesso veniva schernito come ex attore cinematografico, ma che invece dimostrò di essere una persona colta. Con gli Stati Uniti condusse un affare di miliardi, perché fece adottare alle loro forze di Polizia la pistola italiana Beretta al posto della Colt, e alla fine fu contento di ricevere in regalo ...una pistola! Grazie a lui l'economia italiana ebbe un grande aiuto. La battaglia in favore della cultura fu tra i suoi impegni più profondi, ebbe l'amicizia di Guttuso che, come esponente del PCI, era lontano da lui mille anni luce, ma che con un dibattito pubblico vollero richiamare l'attenzione sulla situazione catastrofica dei Beni Culturali lasciati in uno stato di abbandono. E anche questa fu una battaglia vinta. Così come riuscì a smussare la tensione tra Italia e Francia sulla questione dei vini grazie ai buoni rapporti personali con il Presidente francese Mitterand, che insieme parlarono di Firenze, dei Medici e del Machiavelli!

Al termine Mascambruno ha chiesto a Ceccuti se si poteva fare un parallelo con i giorni nostri e con il tracollo dei valori. Ceccuti ha rilevato che le differenze odierne sono proprio incentrate sulla “mancanza di valori”. “C'è quasi il gusto dell'ignoranza, in politica c'è la caccia ad avere più voti e il potere è considerato solo come il rafforzamento della propria parte”. Secondo Spadolini la soluzione dei problemi doveva avvenire nell'interesse del paese, non del tornaconto personale o partitico. Prima era “una stagione di programmi, ora si naviga a remi guardando a dove tira il vento”. Sembra che la cosa più importante sia quella di scalzare l'avversario e di avere qualche voto in più. Spadolini era il Presidente galantuomo, lui stesso diceva: essere galantuomo non è un requisito, non è un merito, un presidente “deve” essere galantuomo!.

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