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Don Renzo, un prete innamorato della bellezza

L'omelia del Vescovo al funerale

Le parole di mons. Giusti al funerale di don Renzo Vignocchi

Parole chiave: don renzo vignocchi (3)
In memoria  di don Vignocchi

Monsignor Giusti ha voluto ricordare don Renzo, ricordandone la persona, l'impegno di sacerdote, la sua dedizione verso i fratelli e il suo amore per la bellezza. Queste le parole del Vescovo nell'omelia:

“Per l’anima che è confinata nella pesantezza del terrestre,

e che ha perso per così dir le proprie ali,

tanto che non può più elevarsi all’altezza del vero,

v’è un’esperienza per cui esse ricominciano a crescere,

e sopraggiunge una nuova elevazione.              

E’ questa l’esperienza

dell’amore e del bello,

dell’amore per il bello.”[1]

La via della bellezza, via della conoscenza di Dio

Le Scritture ci fanno comprendere che la a bellezza non è estetismo, ma una pienezza di vita, di umanità, e in ciò sta il primo valore. È bello ciò che conferisce pienezza. La bellezza è trasfigurazione della materia. La bellezza è la trasfigurazione della materia attraverso l’incarnazione in essa di un principio diverso trans-materiale, essa è l’incarnazione di una idea. La bellezza è la materia spiritualizzata. La bellezza è ciò che corrisponde alle aspirazioni più profonde dell’essere umano, è quella disposizione vivificante e armoniosa che stimola, rasserena, guarisce. La bellezza è una segreta corrispondenza tra noi stessi, gli altri e l’ambiente tutto. La bellezza è armonia, è unità spirituale, la bellezza è l’unità spirituale della persona realizzata dall’amore. La bellezza è una logica che si afferma come un piacere. La bellezza, come la verità, è ciò che mette la gioia nel cuore degli uomini, è il frutto prezioso che resiste all’usura del tempo, che unisce le generazioni e le congiunge nell’ammirazione. La bellezza è lo splendore del vero. La bellezza è l’incarnazione in forme sensibili di quello stesso contenuto ideale che, prima di tale incarnazione si chiamava bene e verità.

In un tempo dominato da una cultura segnata profondamente dall’estetismo occorre educare alla bellezza e tu lo hai fatto caro don Vignocchi. Molti oggi non avvertono più il mistero se non attraverso la bellezza come se aspettassero dalla bellezza la giustificazione della vita, la rivelazione del senso. È la bellezza che salverà il mondo? Affermava in “Delitto e castigo” Dostoevskij. In anni in cui si palesa il rischio di un ritorno all’imbarbarimento dei cuori (infanticidio, visione economicista e efficientista dell’uomo, abdicazione ai diritti dell’uomo, soppressione dell’handicappato e dell’anziano ammalato, ecc., ecc.) occorre educare a riconoscere il bello, e l’educazione della sensibilità religiosa, alla bellezza è uno dei compiti più importanti della formazione cristiana: quello che tu hai fatto!

Arrivederci in Paradiso… speriamo!

 

[1] Gadamer H. G., “L’attualità del bello”, Genova, Marietti, 1998; p.16.

In memoria di don Vignocchi
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