Diocesi
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“Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt. 25, 40)

Sr. Mara Franceschini, una testimonianza di vita spesa per i “piccoli”.

In servizio all'Istituto Maria Ausiliatrice alla scuola primaria e dell'infanzia

Parole chiave: suor mara Franceschini (1)
Il ricordo

Verso la fine dell’anno cristiano, quando i testi della Liturgia esortavano a mantenersi pronti all’arrivo dello Sposo, sr. Mara Franceschini FMA è stata chiamata ad abitare la Casa del Cielo. La pensiamo felice e attenta da lassù a proteggere ciascuno di noi, suore, bambini, genitori, insegnanti, parrocchiani...

Era nata a Ponzano Magra (SP) il 31 ottobre 1949. Verso i 15 anni cominciò ad avvertire la chiamata del Signore, ma in attesa che si chiarissero i Suoi progetti su di lei, dopo gli studi, cominciò a lavorare come infermiera presso una clinica di La Spezia. L’intuito e l’esperienza hanno sviluppato in lei nel corso degli anni la capacità di occuparsi dei malati con attenzione e senza lasciare cadere nessun piccolo segnale di disagio fisico.

Nel 1970 venne accolta, nella casa di La Spezia, come giovane in formazione nell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e, nonostante non fosse supportata dalla famiglia nella sua scelta, proseguì il cammino fino a diventare religiosa FMA nel 1974. In seguito, a Genova approfondì, nel corso degli anni, la sua formazione infermieristica e prese anche il Diploma di Scuola Magistrale mettendosi a disposizione dei bambini della scuola materna con gioiosa disponibilità. L’attenzione ai piccoli e la dedizione al lavoro di maestra sono state altre caratteristiche che hanno arricchito la sua personalità e l’hanno resa preziosa per la missione dell’Istituto. 

Sr. Mara era un donna socievole, con senso pratico, abile nelle attività manuali, desiderosa di conoscere e di approfondire i contenuti negli ambiti delle sue professionalità così come di addentrarsi nella Parola di Dio, sensibile, capace di allacciare rapporti con molte persone, capace - nonostante il temperamento pronto - di non conservare rancori e di ricominciare sempre, disponibile, generosa, attenta ai piccoli, ai malati, ai poveri.

Il suo ricovero in ospedale e la sua morte otto giorni dopo, ci hanno lasciati inizialmente disorientati e increduli. Ora sappiamo che il Signore è venuto a prenderla e ad accoglierla come lei ha fatto con coloro che l’hanno incontrata e conosciuta. Certamente Egli, misericordioso e buono, venuto all’improvviso, l’ha trovata carica di tutte quelle opere che hanno caratterizzato il dono della sua vita e - siamo certi - che l’ha accolta così come Gesù stesso ha promesso: “Vieni, benedetta dal Padre… perché tutto quello che hai fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’hai fatto a me” (Cf. Mt 25, 40).

Il ricordo
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