Diocesi
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Lettera di un detenuto

Don Francesco, cappellano del carcere, racconta

Parole chiave: carcere (28)
Il mio compleanno in carcere

Il giorno di Natale, come ogni anno, il Vescovo celebra l’eucaristia insieme ai detenuti della Casa Circondariale “Le Sughere” di Livorno. Per me, in quanto cappellano fresco fresco, è stato il mio primo Natale in carcere e sono solo pochi mesi che sono entrato in questo mondo che, spesso, appare ed è un mondo a parte. Eppure, fin dal primo momento che sono entrato in carcere mi sono accorto di quanta umanità, quanta sensibilità, quante potenzialità ci sono in questo ambiente… una conferma mi è stata data proprio il giorno di Natale, quando, prima della Messa, un detenuto, Stefano, mi ha consegnato questa lettera da leggere durante la Messa, poi non è stato possibile leggerla, però mi è sembrato giusto condividerla e pubblicarla perché è un assaggio di che umanità c’è in carcere…

Ho chiesto anche agli altri detenuti, se ne avessero voglia, di scrivere cosa hanno nel cuore perché mi sarei impegnato a far conoscere i loro scritti…intanto, dal carcere, ecco la lettera di Stefano insieme agli auguri di tutti noi che “siamo” in carcere…

don francesco Fiordaliso, cappellano

 

Il mio compleanno in carcere 

Io ringrazio mia madre tutta la vita per avermi dato alla luce il 25 Dicembre 1968 chiamandomi Stefano, peccato che non sono un santo, ho peccato e devo pagare. Ma un giorno uscirò da questo posto e ricomincerò tutto da capo e dimostrerò a tutti quanto valgo.

Donerò a mia figlia un futuro migliore facendo tanti sacrifici e penserò anche ai miei nipoti e a tutti i miei familiari, per lasciare tutto il mio cuore a disposizione di chi ne ha bisogno.

Il mio pensiero va anche a tutte le persone povere e ammalate, specialmente ai bambini, creature innocenti.

Tutti i giorni, quando fanno la chiusura pomeridiana, mi sdraio sul letto e comincio a pregare sempre rivolgendomi al Signore per tutte le cose brutte che stanno succedendo che sembra di essere ritornati a prima di quando Noè costruì l’arca. Distruzioni, guerre terremoti, smottamenti, alluvioni che hanno mietuto tante vittime innocenti e anche molte piccole creature.

Poi, chiedo di dare una mano a quelle persone, come i medici e ricercatori, per trovare cure per guarire tutte le malattie.

Poi chiedo che i potenti della terra smettano di sperimentare le armi chimiche e nucleari, le loro ricchezze le usino per le cose sopra citate, per risanare il mondo intero, visto che tutto ciò lo hanno causato loro, ricordino che Dio vede e provvede ed è inutile che si nascondano come Adamo.

Prima di chiudere con il segno della croce, chiedo di proteggere tutti i detenuti e gli esseri umani e riportarli sulla retta via e, per ultimo, che protegga tutti i miei familiari e che mi dia la forza per andare avanti, tanto Dio nostro vede e provvede dovunque noi siamo.

Ringrazio chi legge questa lettera.

Ringrazio anche tutti i detenuti che ascolteranno e gli agenti penitenziari che lo permetteranno.

Tanti auguri a tutti i presenti e al Vescovo.

Stefano

Il mio compleanno in carcere
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