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Muri che raccontano

Un pezzo di storia di Livorno e dei livornesi

Parole chiave: parrocchia corea (1)
Il libro di Alessandro Marchiori sugli affreschi della Chiesa di Corea

Quando negli anni ’60 a Livorno nacque il quartiere di Corea per dare una casa agli abitanti delle “baracche”, agli sfollati e ai profughi dell’alluvione del Polesine, la città era nel pieno della sua ripresa da un dopoguerra segnato dalla ricostruzione, dall’inizio del boom economico, e dalla sua essenza di città operaia con una forte coscienza politica di sinistra e densa di nuovi rioni popolari. Il quartiere, che nasce all’estremità nord della città, fu chiamato così proprio a causa del sovraffollamento e delle condizioni di vita difficili: “qui par d’essere in Corea” dicevano gli abitanti.

In quegli anni, precisamente il 21 marzo del 1962, giorno di San Benedetto, arrivò a Livorno, nel quartiere di Corea, don Alfredo Nesi, un prete fiorentino, che da nuovo parroco intuì subito la necessità di costruire nel nuovo quartiere popolare un centro di aggregazione che andasse oltre il semplice oratorio. Così dal 1964 al 1966 don Nesi, che fu compagno di banco di don Lorenzo Milani in Seminario, si dedicò alla costruzione della Chiesa Nostra Signora di Fatima partecipando lui stesso ai lavori, e nel seguito continuò la costruzione di attività sociali, educative e culturali, edificando il Villaggio Scolastico di Corea, realtà che divenne un vero e proprio perno del quartiere e punto di riferimento per la gran parte dei suoi abitanti.

Negli anni in cui don Nesi fu parroco, furono molti i personaggi di spicco del mondo religioso, politico, artistico e culturale che frequentarono il quartiere di Corea, così anche la costruzione della Chiesa, inaugurata nel 1966, ha una storia che in pochi conoscono, una storia che per la prima volta ha raccontato Alessandro Marchiori nel suo libro “Muri che raccontano – gli affreschi della Chiesa del quartiere Corea a Livorno”, in collaborazione con la Fondazione Nesi e la casa editrice Agorà&Co.

Alessandro Marchiori in quegli anni conosce don Nesi e inizierà a partecipare alle sue attività pedagogiche, frequentando la Casa dello Studente e dando una mano fondamentale all’azione del nuovo parroco. A lui, come a quelli che hanno conosciuto il prete fiorentino, e che si sono costituiti nella Fondazione Nesi, tutt’oggi perno attivo del quartiere di Corea, è affidata la memoria storica e il continuo dell’impegno iniziato dal sacerdote, anche se la Corea di oggi, non è più il quartiere vivo e sovrappopolato di quegli anni.

Chi frequenta il quartiere Corea o chi è entrato nella Chiesa voluta e costruita da don Nesi, avrà notato i muri affrescati in un modo unico e particolare, e in effetti è difficile trovare raffigurazioni simili in altre chiese toscane, ma non tutti sanno che “le scelte pittoriche importanti – scrive Marchiori – sono frutto di discussioni teologiche tra don Nesi parroco di Corea, la pittrice Lidia Innocenti che ha realizzato gli affreschi, l’architetta Anna Cipriani che ha disegnato gli arredi interni e il sindaco di Firenze Giorgio La Pira che ha dato alcuni consigli fondamentali”.

Tra questi, Giorgio La Pira e Lidia Innocenti sono, insieme a don Alfredo Nesi, i due principali personaggi attorno a cui ruotano le vicende della Chiesa di Corea. Il primo, amico personale di don Nesi, sindaco “illuminato” di Firenze e politico religiosamente ispirato della sinistra della DC, la seconda una pittrice fiorentina di grande talento che ha partecipato a mostre nazionali ed internazionali.

I tre discutono di continuo sulla valenza teologica degli affreschi, e nel 1966 Lidia innocenti riceve da don Nesi l’incarico di realizzare i cicli di affreschi della Chiesa, lavoro che porterà avanti fino al 1979.

Perché gli affreschi? Si chiede Alessandro Marchiori nell’introduzione, rispondendosi poi che “lo scopo ultimo è di far conoscere le parole della Bibbia per unire il mondo visibile e il mondo invisibile, per collegare il cielo e la terra e per superare quel velo che divide il cuore e il cervello. Perché, come diceva Anassagora, il filosofo, solo l’invisibile permette di cogliere e di comprendere il visibile”.

“I cicli degli affreschi della Chiesa di Corea – continua poi Marchiori nel seguito del libro - sono quattro:

-         La Via Crucis con le sue quattordici stazioni nella parete di sinistra e intorno all’altare.

-         L’Apocalisse, che si sviluppa nella parete a destra.

-         La donna nella Bibbia, che è nella cappella laterale sinistra.

-         I sacramenti che sono nella cappella laterale destra.”

Questi quattro cicli di affreschi sono spiegati in modo minuzioso e secondo diversi punti di vista: estetico, attraverso un fascicolo che riporta l’interpretazione artistica di Valentina Roccella; biblica, con la citazione dei brani della Bibbia a cui si riferiscono gli affreschi; narrativa e di testimonianza storica, attraverso brani autentici di articoli, lettere di don Nesi e Lidia Innocenti e testimonianze di persone che hanno conosciuto i due.

Il risultato è un racconto di grande valore, che rende giustizia agli affreschi illustrandone l’importante valenza artistica, simbolica, religiosa, ma anche sociale e politica. Basti pensare all’importanza del ruolo della donna, al recupero della narrazione sul mondo femminile “sommerso” della Bibbia, o, tanto per citare un esempio, all’affresco della Via Crucis che rappresenta il Cireneo in tuta da operaio che aiuta Gesù a portare la croce. È la narrazione di un Gesù che non si rivolge ai padroni, ma agli operai, alla gente di Corea, agli ultimi, a tutti gli uomini e le donne della terra indipendentemente dalla loro estrazione sociale. È il messaggio più importante dell’azione pastorale di don Nesi in quegli anni difficili per la gente del suo quartiere.

Infine un sogno, un appello con cui si conclude con grande sincerità il libro di Marchiori, rendendoci partecipi del forte legame da lui vissuto col territorio a cui ha dedicato gran parte del suo impegno: “Io ho un sogno, insieme con altri amici. Far diventare gli affreschi di Corea una meta turistica per la città di Livorno. C’è tutto. Una pittrice conosciuta in tutto il mondo e un capolavoro meraviglioso che ha solo bisogno di essere conosciuto, capito e valorizzato”.

muri che raccontano copertina

Perché dunque è importante leggere il libro di Alessandro Marchiori e conoscere gli affreschi della Chiesa di Corea? Per fare nostra un pezzo di storia del quartiere Corea rappresentata simbolicamente dagli affreschi della sua Chiesa, che è la storia dell’azione pedagogica, culturale, sociale e pastorale di don Nesi nella Livorno dal dopoguerra fino alla prima metà degli anni ’80, una storia che in pochi conoscono e che oggi giace, in parte dimenticata, in una Chiesa di un quartiere dormitorio, silenzioso e oggi sempre meno vissuto di com’era una volta, che cerca di risollevarsi e animarsi, anche con la collaborazione e l’attività dell’Associazione Nesi e della Fondazione Nesi.

Il libro è disponibile presso la Fondazione Nesi ordinandolo per mail (fondazionenesi@gmail.com) o acquistandolo presso la libreria Mondadori di Via Magenta a Livorno.

Il libro di Alessandro Marchiori sugli affreschi della Chiesa di Corea
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