Diocesi
stampa

Il coraggio chiede Fiducia e Speranza nel Futuro

L'incontro con don Luigi Verdi

Nella chiusura del 175° anniversario della morte di don Quilici

Parole chiave: don luigi verdi (1), don quilici (6)
Il coraggio non è degli eroi

Giovedì 16 gennaio,  il Cinema Teatro dei Salesiani si è riempito in tutti i suoi posti. In  un angolo del Cinema vicino  al palco, vi è un uomo che si intravede appena .

Ha con sé un pc e un microfono. E’ Don Luigi Verdi, guida della Fraternità di Romena. E’ stato  invitato a Livorno  dalla Congregazione delle Figlie del Crocifisso e dalla Associazione degli Amici del Quilici, per suggellare un anno denso di eventi, finalizzati a fare memoria del prete livornese  Don Giovanni battista Quilici, a 175 anni dalla sua morte.

Le nostre paure i nostri buchi neri i nostri vuoti di aria …Queste parole del testo della canzone il Peso del Coraggio aprono la seratae  rappresentano probabilmente le sensazioni e i sentimenti delle molte persone che gremiscono il Teatro dei Salesiani. Sullo schermo, la proiezione  del volto di un uomo : è il volto di un  prete . Un bel  volto, rassicurante, sorridente: è il volto di Don Giovanni battista Quilici che Don Luigi, chiamerà nel corso della serata, semplicemente, Giovanni

Dopo i saluti di rito, parte il filmato con la canzone interpretata da Fiorella Mannoia.

Le parole di Fiorella Mannoia,  fanno tremare le mura del Cinema e battere il cuore delle persone presenti. Sono parole che parlano di paura, di coraggio e di speranza .

Luigi Verdi ovvero Gigi, prende la parola  cominciando a dare forma e sostanza al volto di   Giovanni Battista Quilici. Gigi  parla di Giovanni come un uomo semplice, un uomo impegnato  a  costruire : un uomo incapace di giudicare e di condannare. Un uomo che cresce sulla strada e nelle piazze della sua Livorno, un uomo e un sacerdote  che vive la sua vita nella quotidianità. Una quotidianità fatta di ascolto, di prossimità  di attenzione alla vita di ogni uomo. Giovanni-racconta Gigi- è stato  un uomo innamorato della vita ed ha vissuto   da uomo libero .Giovanni si è formato  sulla strada nei vicoli del Porto, Giovanni ha passato la sua vita  a raccogliere un’ umanità ferita dal male. Giovanni ha voluto bene alla sua Livorno.

Giovanni non ha agito da solo,  ma ha voluto  circondarsi di persone (donne uomini, sacerdoti ) con cui condividere il suo sogno di Amore e Giustizia per la sua Città ,per il suo Popolo, per la sua Chiesa.

Giovanni è stato un uomo semplice e sobrio. Ha restituito ad ogni donna e uomo che incontrava,  la sua  dignità. Proprio come Gesù che amava incontrare le persone,

invitandole con tenerezza ad uscire dalla loro mediocrità ed a ricominciare . Basta pensare a Zaccheo, la Samaritana, la Donna peccatrice.

La figura di Giovanni continua Gigi, è molto attuale: oggi c’è bisogno di preti che stiano con le persone che annuncino  che Dio è di tutti, che non separino Dio da niente e da nessuno. Occorre oggi  vivere nel presente ed orientati al futuro. Come il Quilici, bisogna avere il coraggio di sognare, bisogna avere il coraggio di andare oltre le nostre paure perchè la vita e dall’ altra parte delle nostre paure. La vita è un pezzettino di vita breve, durante il quale impariamo ad amare: un segno dell’amore è la gratitudine, bisogna imparare a dire Grazie. E bisogna imparare ad accettare il nostro limite , a farci bastare quello che abbiamo, a trasformare le nostre fragilità in risorse per noi e per gli altri.

Ci vuole coraggio-continua Gigi- a farsi toccare dal cuore dal dolore degli altri, ci vuole coraggio ad affrontare  la sofferenza dell’altro, ci vuole coraggio a stare  dalla parte dei più deboli nella consapevolezza che questi “altri” hanno il diritto ad essere aiutati perché   sono costati il sangue di un Dio. (Don Giovanni battista Quilici)

Il coraggio non è degli eroi. Il coraggio vero nasce dalla comunità, dalla amicizia ,dal volersi bene perché il peggiore di tutti i mali è la solitudine.

Giovanni  ci richiama alla mente , un altro uomo grande. Fabrizio De Andrè. Giovanni Quilici e Fabrizio de Andrè. Accostamento forzato ? No, se pensiamo-ha  raccontato- Gigi alle canzoni di De Andrè ed ai suoi personaggi. De Andrè nelle sue canzoni parla degli ultimi…Prostitute, Ladri, Carcerati. Quante Marinella , quanti Tito, quanti Piero, Giovanni avrà incontrato nella sua vita ? Fabrizio li ha fatti vivere con le sue canzoni, come ha fatto con Marinella la bambina prostituta buttata in un fiume, per la quale Fabrizio scrisse la sua canzone dirà per addolcirle la morte .  Giovanni  da parte sua li ha fatti vivere, cercando di raccogliere le loro miserie trasformandole in ricchezze per loro e per gli altri.  E così sottolinea Gigi,  risuonano ancora oggi importanti  le parole dell ‘”ateo” De Andrè--- Dio mi ha fatto nascere perché voleva partorire un senso, qualcosa di nuovo. Queste parole di Fabrizio  valgono per  Lui, per Giovanni per ciascuno di noi.

E  Giovanni- merita- ha continuato Gigi di essere ricordato, non solo per le cose belle che ha fatto ,ma soprattutto perché  ha avvolto tutti con la sua tenerezza.

 

Ecco le parole di Gigi:

….La cosa più alta della vita è la tenerezza… Giovanni  non solo è stato buono bravo, ha aiutato gli altri. Ma la cosa più bella è la sua tenerezza. Chissà quante persone Giovanni ha addolcito con  la sua presenza, quante tenerezza ha tirato fuori.. una carezza ad una prostituta, una bacio ad una persona tradita, la lacrima asciugata   ad una persona morente…Questo è il punto più alto della vita, il resto vale poco

Dopo queste parole e dopo la sua Benedizione, Gigi ha chiamato accanto a se   Suor  Agnese madre Generale della Congregazione e Suor Monica per un gesto di tenerezza: Agnese e Monica con tutte le loro consorelle,  hanno dedicato la vita al loro  Giovanni seguendolo sulla  strada dell’Amore verso tutto e tutti, verso quel Dio da cercare e servire  in ogni uomo. Da Livorno al Perù…  fino alla Locride dove le suore hanno ancora una casa, segno di speranza in una  terra difficile.. Suore meravigliose, ha sottolineato Gigi, straordinarie  nella loro semplicità ed umanità, a cui voglio bene

Agnese e Monica  hanno accarezzato i presenti con il profumo del Nardo, l’olio profumato con il quale a Betania fu avvolto Gesù, sei giorni prima di morire. Un gesto di tenerezza, con il quale ognuno dei presenti si è sentito consolato ed incoraggiato nel vivere la profezia di amore  di Giovanni Battista Quilici.

Così le nostre paure, i nostri buchi neri, i nostri vuoti di aria, se anche non sono scomparsi, sono stati colmati da parole e da gesti  di tenerezza , di speranza e di coraggio che ci possono aiutare a vivere ogni giorno con fiducia ed amore come  Giovanni ha vissuto.

Ognuno aveva portato qualcosa stasera….qualcosa di sè della propria vita e della propria storia. Ognuno aveva il desiderio di nutrire la propria  mente ed il proprio cuore. Così è stato…perché la serata è stata un crescendo e un moltiplicarsi di parole buone, di calde emozioni, di sentimenti importanti.

Grazie alla Congregazione delle Figlie del Crocifisso, grazie a tutti coloro che hanno collaborato a realizzare questa bella serata a partire dalla Parrocchia dei Salesiani, grazie in particolare agli amici di Romena Filippo e Emanuela (segreteria Romena ) grazie ai quali questa serata è stata possibile .

Un grande Grazie infine  a Gigi per averci aiutato a cogliere il valore della profezia di Don Giovanni Battista Quilici e per averci fatto fare l’esperienza di quei due amici che tornarono da Emmaus di corsa a Gerusalemme, perché Qualcuno aveva accesso, di gioia e di speranza, il loro cuore .

Il coraggio non è degli eroi
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento