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Gesù al primo posto

Il vangelo di Domenica 4 Settembre

Parole chiave: vangelo (14)
Il commento al Vangelo

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Le parole dure che Gesù rivolge alla folla che lo stava seguendo, colpiscono ed inquietano chiunque le ascolti. Quando noi leggiamo i discorsi di Gesù è cosa utile capire a chi si siano rivolti. La “lectio divina”, infatti, che è uno strumento spirituale per mezzo della quale la Chiesa ha letto e compreso la Sacra Scrittura, ci aiuta a contestualizzare sempre le parole Gesù. Nel nostro caso a domandarci: “a chi stava parlando Gesù?”. Alle folle che lo seguivano. Forse si trattava di “un’armata brancaleone”, di persone poco affidabili e discontinue nel cammino di fede. Che Gesù si fosse un po’scocciato di chi tiene “il piede in due staffe”, lo si capisce subito dalle sue dure parole.“Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo”. Non si può essere discepoli di Gesù se non lo mettiamo prima di tutti e di tutto. Se Gesù non è al centro della nostra vita e dei nostri progetti, tutto diventa idolatria. Diventano idolatria le relazioni familiari, il lavoro, lo studio ed il tempo libero. Tutte queste realtà ci assorbiscono e ci totalizzano. Gesù dice che il discepolo, quando mette il Signore al primo posto, vive una esperienza di liberazione che lo aiuta a vivere ogni relazione nella modalità giusta.La relazione con Gesù crea ordine nella nostra vita e ci aiuta vivere le altre relazioni nel giusto modo.

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