Diocesi
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L'intervista al cantautore fiorentino

Io nelle mie canzoni non parlo di fede direttamente, parlo della vita

Parole chiave: federico viviani (1), christian music (4), musica (21), fede (42)
"Fidati". Il nuovo singolo di Federico Viviani

Insegnante di lettere, musicista da una vita, marito e padre di tre bambini, Federico Viviani ha pubblicato un nuovo singolo intitolato “Fidati”. Nell’universo della musica a cui la diocesi si è recentemente affacciata con i podcast su radio Shekinah e le trasmissioni in FM su Radio Incontro, conosciamo questo talente toscano. Gli abbiamo chiesto di raccontarci un po’ della sua vita e lui ci ha riposto così:

Sono Federico Viviani, ho 44 anni, vivo a Firenze dove mi sono sposato e ho tre figli. Ho vissuto a Prato con la mia famiglia fino all'università. Sono un professore di lettere in un liceo scientifico fiorentino, insegno da 14 anni, prima ho fatto il giornalista, collaboratore di Radio Toscana, scrivevo per La Nazione e Toscana Oggi ma al momento di diventare pubblicista ho capito che la scuola mi chiamava.

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La musica: sin da bambino ho sempre trovato nel canto la forma più immediata, semplice, sincera per esprimermi, infatti sono uno che parla poco e canta molto! Ho amato sin da piccolo la musica italiana, quella dei grandi cantautori. A 14 anni, nel gruppo di amici che frequentavo, mi è stato quasi imposto di imparare a suonare la chitarra perché mancava qualcuno per animare gite e serate. E questo è stato un dono del cielo: con la chitarra il mio rapporto con la musica è esploso, e mentre non si arrestava la mia voglia di interpretare le canzoni dei grandi cantautori, ho iniziato a quell'età, in modo anche per me inspiegabile, a buttare giù parole e melodie, e così sono nate le mie prime canzoni.

Via via che prendevano vita queste canzoni, rimanevano chiuse in un cassetto, mentre iniziavo a fare serate e concerti in teatri e arene, feste, happening, sagre, mai però suonando le mie canzoni. Intorno ai trentanni, dopo essermi sposato, ma soprattutto dopo la nascita del mio primo figlio, ho sentito il bisogno di lavorare sulle mie canzoni, farmi aiutare per arrangiarle, trovare buoni musicisti, uno studio a Arezzo e inciderle. E così nel 2011 è nato l'album Storie allegre ma non troppo, 11 canzoni scelte tra tutte quelle che avevo scritto fino a quel momento, canzoni diverse tra loro nei contenuti e nei generi musicali, ma che hanno in comune la voglia di guardarsi intorno per scoprire dentro ogni incontro qualcosa in più di sé. L'album è uscito su cd (con la casa editrice Itaca) e sulle piattaforme digitali.

Nel frattempo altre canzoni (tra cui Fidati) nascevano un po' da sole (come dice Vasco Rossi), e io ero il primo a non sapere come regolarmi, perché il mio lavoro è un altro, la famiglia nel frattempo si è ingrandita parecchio, e per trasformare le canzoni da bozze in un cassetto a canzoni compiute il passaggio implica un lavoro enorme che prevede anche il coinvolgimento di tante altre persone. Dopo aver resistito un bel po', sono infine tornato “sul luogo del delitto”: arrangiamenti, musicisti, studio di registrazione, mixaggi e 8 canzoni che daranno presto vita all'album Fidati. Non sono un volto noto, niente talent, niente video da migliaia o milioni di visualizzazioni, la mia musica si è diffusa attraverso serate nei locali e progetti nelle scuole e amici che spargono un po' la voce.

Io nelle mie canzoni non parlo di fede direttamente, parlo della vita e di un modo di vivere e di guardare me stesso e la realtà che scaturisce dalla fede. Alla fede devo proprio la scoperta del cuore non solo come insieme di sentimenti, ma come desiderio di verità, bellezza, eternità. 

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Fidati è nata in modo misterioso come tutte le mie canzoni, prendendo in mano la chitarra è nata una melodia ancora senza parole, che mi suggeriva speranza, fiducia nella realtà, voglia di vivere dentro tutte le circostanze. E allora sono venute fuori parole come un fiume in piena, tante assonanze, ogni parola me ne richiamava un'altra, ero stupitissimo. Sono stati poi bravi i miei collaboratori a creare un arrangiamento che ha esaltato le caratteristiche della canzone, e di questo non finirò mai di ringraziarli. Adesso muoio dalla voglia di poterla cantare dal vivo, spero non manchi molto! Nel frattempo eccola per chi non l’avesse ancora ascoltata

La copertina dell’album è una rivisitazione geniale dell'Icaro di Matisse, curata da Letizia Vago e vuole sottolineare che il cuore è il punto originale da cui nasce il nostro rapporto con la realtà.

Tra un paio di settimane uscirà un nuovo singolo. Ve ne parlerò appena possibile!

"Fidati". Il nuovo singolo di Federico Viviani
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