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Giovani, Volontariato, Carità

Don Luciano Cantini ospite del terzo incontro

Parole chiave: serra club (24)
Continuano gli appuntamenti del Serra club
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La terza riunione del Serra Club di Livorno si è svolta lunedì 18 ottobre nella parrocchia di S. Lucia sul tema Giovani, Volontariato, Carità, voluto dal Presidente Edoardo Gambardella, nel solco del tema di Serra Italia (Vivere le beatitudini è rendere eterno quello che passa. E portare il cielo in terra) e di quello del Club labronico (La fede nelle opere).Relatore Don Luciano Cantini, parroco di San Pio X e Presidente della Fondazione Caritas Livorno ONLUS che, forte anche della sua esperienza di responsabile dell’Ufficio Nazionale per i Fieranti, e Circensi, con radici negli scout, capace -lo dice lui- di “qualche stramberia” ma anche di “passione per l’uomo e per la Chiesa”, ha intrattenuto i serrani e i tanti altri partecipanti che lo hanno ascoltato con piacere.

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Partendo dal brano evangelico della domenica precedente (Mc 10, 35-45) dove Gesù paragona la condizione dei potenti che vogliono essere serviti a quella dei discepoli del Regno di Dio, nati per servire, don Luciano ha sottolineato come la natura dell’uomo cristiano è quella di essere servo: “Tra voi non è così!”. Solo partendo da questo punto di vista si comprende l’impegno Caritas di tante persone.

Il discepolo di Cristo, secondo la Gaudium et Spes, ripresa dall’enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco, è colui che condivide, perché le assume su di sé, le gioie, le speranze, ma anche le angosce dei poveri di oggi.

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La nostra è una umanità ferita, incappata nelle mani dei ladri e dei briganti, lasciata sanguinante al bordo della strada, come il malcapitato della parabola nel vangelo di Luca (Lc 10, 25-37). Molto facile passare accanto e rimanere indifferenti; in quanto cristiani ci viene chiesto invece di farci prossimo, di far rimbombare nel nostro cuore il grido che sale da questa umanità ferita; sarà questa eco che muoverà e spingerà il nostro cuore e il nostro agire a quella che chiamiamo carità.

Essa non è frutto di emozioni, né atteggiamento saltuario e condizionato dalle circostanze; non è un fatto estemporaneo: un occhio attento al fratello e alle sue necessità non si improvvisa; la carità deve essere un habitus del cuore e della mente.

Perché l’aiuto al prossimo possa essere recato al meglio è bene non essere soli: è opportuno fare rete; è per questo che nascono le Fondazioni Caritas.

A Livorno siamo impegnati in vari settori: offrire alloggio a famiglie disagiate (Via La Pira, via delle Cateratte, via Donnini, Montenero, Castiglioncello); offrire ai reclusi di Livorno e Gorgona un servizio per espletare pratiche di varia natura; offrire un servizio di mensa sia a coloro che si presentano al centro, sia a domicilio per tante famiglie.

Per tutto questo c’è bisogno di forze. Ecco l’importanza del Volontariato: persone che mettono a servizio e a disposizione il loro tempo, le loro energie, le loro competenze, senza ricevere alcun contraccambio.

Il volontariato in Caritas fa leva su due realtà: i pensionati e i giovani, ciascuna con le proprie capacità e con i propri limiti; assiduità e costanza per i pensionati, con tutti i limiti dell’età, entusiasmo, energia nei giovani ma con le loro contraddizioni.

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Le prospettive: apertura di altre due case di accoglienza per i minori non accompagnati richiedenti asilo e l’istituzione di un emporio, una specie di supermercato dove il bisognoso possa andare e ritirare ciò di cui ha necessità. Nella distribuzione dei viveri, tipo pacco-spesa, come viene fatta ora, c’è infatti il rischio di offrire alimenti che la Caritas ha nei depositi, ma che non siano quelli di cui il povero ha veramente necessità.

Don Luciano ha sottolineato come, anche nel fare la carità, in tutti i suoi aspetti, dovremmo sempre avere presente che anche il povero ha una sua dignità, che spesso lo porta a voler nascondere la sua povertà. Questo dovrebbe essere chiaro agli operatori della mensa, a quelli del vestiario: l’uomo, il prossimo, un altro Cristo sono il soggetto a cui il nostro servizio Caritas è rivolto.

Don Luciano ha terminato l’incontro con la preghiera che chiude l’enciclica Fratelli tutti:

Dio nostro, Trinità d’amore, / dalla potente comunione della tua intimità divina / effondi in mezzo a noi il fiume dell’amore fraterno.

Donaci l’amore che traspariva nei gesti di Gesù, /  nella sua famiglia di Nazaret e nella prima comunità cristiana.

Concedi a noi cristiani di vivere il Vangelo / e di riconoscere Cristo in ogni essere umano, / per vederlo crocifisso nelle angosce degli abbandonati / e dei dimenticati di questo mondo / e risorto in ogni fratello che si rialza in piedi.

Vieni, Spirito Santo! Mostraci la tua bellezza / riflessa in tutti i popoli della terra, / per scoprire che tutti sono importanti, / che tutti sono necessari, che sono volti differenti / della stessa umanità amata da Dio. Amen.

 

Sintesi a cura della Prof.ssa Lucia Gelli Pratesi

Al termine della conferenza è stata donata a Don Cantini una ceramica raffigurante il quadro della Madonna delle Grazie di Montenero, Patrona della Toscana e di Livorno; ci siamo quindi trasferiti nel salone della parrocchia per concludere in amicizia con la conviviale.

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