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Spiriti liberi

L'autrice che rilegge le figure spirituali del Novecento

Parole chiave: Angela Gatti Pellegrini (1)
Angela Gatti Pellegrini

Angela Gatti Pellegrini, astigiana, livornese per molti anni e per i restanti residente prima a Firenze, poi a Lorenzana (in provincia di Pisa), ha pubblicato recentemente  “Spiriti liberi”, edito – come altri suoi (La guerra dei piccoli; Diario di una catechista; Il nostro piccolo Giovanni Bosco) – dalla Florence Art Edizioni. L’ho conosciuta negli anni novanta, quando nei locali della parrocchia di S. Matteo in Livorno, a guida di don Renato Roberti, un piccolo gruppo di credenti e di intellettuali si riuniva a leggere e commentare il vangelo della domenica successiva oppure il magistero della Chiesa in rapporto alla quotidianità culturale e politica contemporanea. Una esperienza forte li univa: la memoria resistenziale, in particolare quella del coinvolgimento dei cattolici livornesi, l’opposizione al nazifascismo di don Roberto Angeli e l’attività politica e spirituale del Movimento dei Cristiano Sociali anche nel dopoguerra. Su di esso la storiografia nazionale, con l’evidenza data al suo fondatore, Gerardo Bruni, e quella locale a partire dalla fondazione del Movimento ad opera di don Roberto Angeli nel 1943, in contatto con La Pira e lo stesso Bruni, da tempo ha fatto parziale luce. Angela Gatti Pellegrini ci mette invece a disposizione un articolato e denso diario di memorie del proprio archivio familiare e ci fa gustare pagine non solo di storia ma di storie, di volti labronici conosciuti.

In questo libro, con una preziosa postfazione di Anna Scattigno ( ricercatrice presso il Dipartimento di Studi storici e geografici dell’Università di Firenze e docente universitaria), riemergono eventi, incontri, personalità ma anche approfondimenti e riflessioni riportati alla luce e trascritti con l’emozione di chi riscopre le tracce del passato in ventiquattro faldoni, zeppi di manoscritti, di fotografie, di articolai di giornale, di testi di conferenze. La trasmissione documentale ci permette, così, di rivivere, attraverso  una narrazione libera, senza filtri, l’appassionata vicenda storica e politica dei cristiano-sociali che, soprattutto a Livorno, riuscirono a coinvolgere gruppi di lavoratori dei Cantieri Orlando e di altre fabbriche su quello che era un ampio progetto politico e di nuovo umanesimo legato alla Dottrina sociale della Chiesa.

L’autrice dà anche spazio al valore culturale ed ecclesiale di figure spirituali del Novecento toscano: don Milani, padre Balducci, La Pira ma soprattutto don Roberto Angeli. Assistente spirituale dell’ Azione Cattolica e della F.U.C.I. durante la dittatura fascista, poi cappellano del gruppo partigiano “Giustizia e Libertà”, è stato oppositore audace al nazifascismo. Per essersi speso in favore di gruppi di ebrei livornesi, italiani e stranieri,  al ritorno dal campo di concentramento di Dachau, ha infatti ricevuto solenne riconoscimento da parte delle Comunità ebraiche italiane.

La Gatti Pellegrini si sofferma poi su don Renato Roberti che di don Angeli era spalla, amico, figlio spirituale devoto. Sull’identità sacerdotale e culturale di don Roberti, l’autrice rilegge con gratitudine la propria esperienza laicale e tratteggia la sua testimonianza di donna animatrice culturale e, nella Chiesa, di catechista. Lettrice appassionata di teologia, in particolare si è dedicata, nel tempo, al contributo filosofico e teologico di Teilhard de Chardin.

La sua, è, quindi, una narrazione appassionata e appassionante di un passato che la emoziona ancora e che ha vissuto intimamente, sin dalla giovinezza,  con il marito Franco, sua guida e mentore. In questo articolato, “infiammato” flash-back, Angela Gatti Pellegrini ci fa dunque salire sul treno della memoria e ci fa riassaporare quel Novecento culturale, politico ed ecclesiale che ha vissuto in prima persona. E’ l’epoca delle madri di Plaza de Mayo, dei desaparecidos, delle sfaccettature della Teologia della Liberazione, della teologia della storia, dell’ecclesiologia post-conciliare. Il contributo dell’autrice è dunque di alto valore morale e storico: l’archivio familiare troverà infatti locazione nell’ Archivio di Stato di Livorno. I documenti riemersi dai faldoni custoditi gelosamente per anni, che raccontano fedelmente “animi accesi”, stagioni infuocate e spiriti ribelli e perciò liberi, rappresenta un degno contributo alla memorialistica locale. In occasione del centenario della nascita di don Renato Roberti (1921), il libro sarà presentato, con l’organizzazione del Centro Studi don Roberto Angeli, il Gruppo Amici di don Renato Roberti e l’Università di Firenze, in un incontro on line aperto a tutti.

 *direttrice del Centro Studi don Roberto Angeli

Angela Gatti Pellegrini
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