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Verso la giornata del migrante e del rifugiato

In un video il racconto dei protagonisti

Parole chiave: progetto sai (3), migranti (50), rifugiati (7), fondazione caritas (60)
Accoglienza e Integrazione: il progetto Caritas

Si chiama semplicemente SAI: Sistema di Accoglienza e Integrazione il progetto del Comune di Livorno dedicato agli immigrati che arrivano sul nostro territorio. Il soggetto attuatore del progetto è la Fondazione Caritas che per raccontare meglio come si svolge questa iniziativa ha realizzato un video nel quale i protagonisti raccontano la loro storia e come si sono integrati.

Ecco il link per vedere il video 

La Fondazione Caritas Livorno onlus, da sempre impegnata sul fronte della lotta alle povertà ed alle fragilità, tra i numerosi servizi e interventi, già dal 2014 accoglie 16 uomini e 5 donne richiedenti asilo politico e rifugiati all’interno di piccoli gruppi appartamento, in seno al progetto SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) del Comune di Livorno.

L'accoglienza dura circa un anno, periodo nel quale si cerca di offrire ai destinatari gli strumenti per una fattiva integrazione nel territorio, partendo dall’apprendimento della lingua italiana, passando per la tutela sanitaria e giuridica, fino alla formazione professionale, l’inserimento sociale ed abitativo e tutti gli altri aspetti necessari per favorire l’integrazione dei beneficiari nel tessuto socio-lavorativo cittadino.

Provenienti da zone di guerra o da difficili condizioni di vita nei loro paesi d’origine, i beneficiari del progetto hanno dovuto superare il primo scalino dell’apprendimento di una nuova lingua e delle peculiarità di vivere in un diverso e nuovo contesto culturale.

Grazie anche al sostegno offerto dalla Fondazione Caritas Livorno, i giovani hanno iniziato a conoscere la nostra città, ad apprendere la lingua, svolgere attività di volontariato e realizzare, già all’interno degli appartamenti dove vivono con altri richiedenti asilo di nazionalità e lingue diverse, una piccola realtà interculturale.

Papa Francesco, nella lettera enciclica Fratelli Tutti, auspica ad una “società poliedrica, in cui il tutto è superiore alla parte. Il poliedro rappresenta una società in cui le differenze convivono integrandosi, arricchendosi e illuminandosi a vicenda” (FT 215). Ed ancora “un patto sociale realistico e inclusivo dev’essere, quindi, anche un “patto culturale”, che rispetti e assuma le diverse visioni del mondo, le culture e gli stili di vita che coesistono nella società” (FT 219).

Consci dell’importanza e del valore di queste “linee guida”, abbiamo intervistato alcuni beneficiari che hanno preso parte al nostro progetto, chiedendo loro di raccontarci il loro percorso di integrazione socio-lavorativa in Italia e quali “competenze trasversali” hanno permesso loro di raggiungere l’obiettivo di vivere in modo autonomo nella nostra città.

Anche di fronte ad una narrazione spesso manipolata sull’immigrazione, crediamo che questa testimonianza possa rappresentare un seme di speranza per tutti i migranti che vivono in Italia e che auspicano di “trovare un posto” nella nostra società. Tutto questo, con la certezza che “nessun popolo, nessuna cultura o persona può ottenere tutto da sé. Gli altri sono costitutivamente necessari per la costruzione di una vita piena” (FT 150) e che ci è richiesto di alimentare ogni giorno quel senso universale di appartenenza che, seppur a fatica, prova a farsi spazio nella nostra società, spingendola a diventare un nuovo contenitore della differenza, in grado di contrastare l’emarginazione, l’esclusione sociale e la povertà.

Dario Vannozzi

Accoglienza e Integrazione: il progetto Caritas
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