Aperto l'anno dei Cooperatori Paolini
L'apertura delle attività dell'anno dei Cooperatori Paolini
La prossima consegna del Nuovo Messale con le nuove traduzioni di alcune preghiere alquanto care al popolo cristiano tra le quali il Padre Nostro e il Gloria, ha posto all'attenzione delle diocesi italiane la questione di come debbano essere celebrate correttamente le Liturgie. Il vescovo Monsignor Simone Giusti all'inizio dell'Anno Pastorale a Montenero a tal proposito aveva consegnato una Lettera ai fedeli con l'invito a conoscere ed approfondire la liturgia che è la linfa vitale della Chiesa. Ecco che per l'inizio dell'anno sociale dei Cooperatori Paolini di Livorno, presso la Parrocchia di San Ferdinando, il Direttore Nazionale e Consigliere Provinciale della San Paolo, don Guido Colombo ha tenuto la conferenza :“La liturgia Spirito e vita”.
Don Guido ha specificato che il termine di origine greca (leiturgia da lèton= del popolo, ergon= azione) sta ad indicare allo stesso tempo, l'azione di Dio per il suo popolo: è infatti un'opera divina mediante la quale Dio santifica il suo popolo, e l'azione del popolo verso il suo Dio. Quindi come la Chiesa, anche la Liturgia ha la caratteristica di essere allo stesso tempo umana e divina, visibile, ma dotata di realtà invisibili.
Durante i secoli la Liturgia è sempre stata soggetta a varie riforme e col Concilio Vaticano II con la Costituzione Sacrosantum Concilium, furono date indicazioni per una corretta celebrazione e perché venisse promossa la formazione e la partecipazione attiva del popolo di Dio.
Seguendo le indicazioni conciliari vediamo che essa viene presentata come attuazione dell'opera della Redenzione, come presenza reale di Cristo, come azione santificante e glorificante, come l'esercizio del sacerdozio di Cristo, quale partecipazione alla liturgia celeste e infine viene definita culmine e fonte della vita della
Chiesa. In essa infatti la Chiesa vive ed esprime la sua vera identità come comunità: battesimale, scelta non secondo la carne, ma chiamata per vocazione e passata oltre le acque battesimali come nuovo Israele; nuziale perché sposa del Cristo che risponde “sì” nella fede e attende nella sua fedeltà il suo Sposo che torni; cattolica perché supera le barriere di razza, di lingua, di cultura, di spazio, di tempo; diaconale, ordinata al servizio di Dio e del mondo e articolata nella diversità di ordini e di ministeri; missionaria, perché si raduna nel “primo giorno” della settimana (l'inizio, l'alfa), che è anche “l'ottavo”(il compimento, l'omega), e sa di essere “diastole”verso il mondo per santificarlo e “sistole” per riportare il mondo verso il cuore della Chiesa che è l'Eucarestia.
Per cercare di comprendere ciò che la liturgia è, possiamo partire dal definire ciò che la liturgia non è: non è né spettacolo, né folklore, né finzione drammatica. Sebbene non manchino nel tessuto celebrativo della liturgia cristiana elementi propri dello
spettacolo e delle tradizioni popolari, tuttavia sarebbe inadeguato e fuorviante assimilare la celebrazione rituale ai generi suddetti. Lo spettacolo rappresenta l'evento, il folklore tramanda un patrimonio culturale; la liturgia invece celebra-attua la realtà storica di cui si fa “memoriale” estendendone l'efficacia all'oggi della nostra storia, rendendola “storia della salvezza”. L'efficacia della liturgia non sta dunque nella sua capacità drammatica-imitativa, ma nella capacità di rendere presente-efficace-attuale la Pasqua della nostra salvezza, cioè Cristo Signore Risorto sempre presente e operante nella sua Chiesa.
La liturgia inoltre non è semplice pratica devozionale e pertanto nelle celebrazioni non deve essere ricercato il sentimento o la commozione o quello che piace, ma è la comunità dei credenti che si incontra col Cristo Risorto.
Infine, la liturgia non è azione magica. Essa è proclamazione-attuazione-celebrazione della salvezza offerta in dono: la “magia” al contrario è appropriazione-esproprio mediante una ritualità razionale. Alla liturgia occorre: conoscenza, adesione intellettuale e spirituale alla Parola ricevuta e alla fede professata. Se non c'è fede senza annuncio, non c'è nemmeno salvezza senza sacramenti della fede. Esige conversione e impegno totale.
Don Guido Colombo ha toccato tra i tanti aspetti, anche quelli pratici e al termine è seguito un vivace dibattito. La conferenza ha visto la presenza di due giovani musicisti: la flautista Stella d'Armento e il violoncellista Andrea Filidei che hanno suonato brani di musica sacra sia all'inizio che alla fine.
I Cooperatori Paolini il cui carisma è di annunciare il Vangelo con i mezzi di comunicazione sociale, hanno regalato ai presenti la rivista Insieme nella Messa che accompagna per tutto il mese il fedele alla celebrazione giornaliera della Liturgia Eucaristica.
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