Diocesi
Giovani protagonisti
Il vescovo Simone apre l’anno pastorale all’Agorà Giovanissimi

di Giovanni Shivu Fernando
Più di 600 presenze alla prima Agorà Diocesana Giovanissimi: un evento che segna l’inizio del nuovo anno pastorale e che ha visto protagonisti i ragazzi delle parrocchie di tutta la Diocesi. L’appuntamento, tanto atteso, si conferma come una preziosa occasione di incontro, capace di far sperimentare ai più giovani la bellezza della Chiesa vissuta come comunità viva. Al centro di questa prima giornata è stata la presenza del Vescovo Simone, che con la sua parola semplice e diretta ha toccato il cuore dei ragazzi, invitandoli a vivere con generosità e apertura, mettendo al centro non l’egoismo ma il servizio e il dono di sé. Il Vescovo ha sottolineato come i ragazzi non siano semplicemente “il futuro della Chiesa”, ma piuttosto il presente, chiamati già oggi a essere testimoni di speranza nei luoghi che frequentano quotidianamente, dalla scuola allo sport, dalle amicizie alla famiglia. Un appello significativo è stato quello dedicato ai cresimandi: il Vescovo ha rivolto loro parole di incoraggiamento, ricordando che la Cresima non è un punto di arrivo ma un nuovo inizio, un dono dello Spirito Santo che li rende capaci di annunciare con la vita la gioia del Vangelo. Ai genitori presenti ha lanciato un appello a non delegare la fede, ma a viverla in famiglia come un cammino condiviso, fatto di esempio, preghiera e testimonianza quotidiana. Il dialogo semplice e diretto con le famiglie ha reso ancora più evidente l’importanza di costruire una comunità che accompagna e sostiene i ragazzi.
L’Agorà Giovanissimi, preparata come sempre da don Federico Macusi insieme all’équipe diocesana della Pastorale Giovanile, ha curato nei dettagli l’accoglienza, l’animazione e i momenti di formazione. Quest’anno il percorso dell’Agorà è caratterizzato in modo speciale dal tema del volontariato, non solo come argomento da ascoltare ma come esperienza da vivere in prima persona. Per questo motivo l’incontro si è svolto in collaborazione con la Fondazione Caritas Diocesana, che ha aiutato i ragazzi a entrare in contatto con realtà concrete di servizio, per scoprire che donarsi agli altri non impoverisce, ma arricchisce la vita.
Durante l’evento, i giovani sono stati suddivisi in gruppi per vivere laboratori tematici, ciascuno legato a un aspetto fondamentale della vita cristiana. Nel laboratorio Caritas hanno conosciuto da vicino alcune situazioni di povertà e fragilità presenti sul territorio, scoprendo che ogni gesto, anche piccolo, può diventare un atto di amore e che la carità non è soltanto aiutare chi ha bisogno, ma è uno stile di vita cristiano, un modo di guardare gli altri con gli occhi di Gesù.
Il gruppo Liturgia ha permesso invece di approfondire il senso dei segni e dei gesti che compongono la celebrazione, facendo comprendere che partecipare alla Messa non significa stare a guardare, ma prendere parte attiva alla preghiera della comunità: alcuni hanno provato a leggere le letture, a preparare l’altare o a guidare i canti, scoprendo la bellezza di rendere viva la liturgia.
Nel laboratorio Oratorio i ragazzi hanno sperimentato, attraverso giochi e attività di collaborazione, che l’oratorio non è solo un luogo di svago, ma uno spazio in cui crescere insieme, costruendo amicizie autentiche e imparando il valore della fraternità; una vera palestra di vita cristiana dove si diventa protagonisti attivi, capaci di animare e creare comunità.
Nell’ambito Catechismo hanno riflettuto su come trasmettere la fede ai più piccoli, preparando drammatizzazioni e attività creative che hanno mostrato come anche loro, pur giovanissimi, possono essere educatori e testimoni: la fede, infatti, non può restare chiusa dentro di noi, ma va condivisa e annunciata.
Infine, il laboratorio del Servizio della Misericordia ha introdotto i ragazzi all’importanza di prendersi cura non solo dei bisogni materiali, ma anche delle ferite spirituali ed emotive delle persone. Attraverso racconti ed esperienze concrete, hanno imparato che misericordia significa saper ascoltare, perdonare e accompagnare chi soffre, diventando segno visibile della tenerezza di Dio.
Questa prima Agorà segna l’inizio di un percorso che continuerà nei prossimi mesi con nuovi incontri, attività e proposte: ogni appuntamento sarà l’occasione per approfondire la fede, costruire relazioni e mettere in pratica quanto appreso.
le foto di Antonluca Moschetti






























































