Giochi, vestiti, cibo: è giusto che i bambini decidano la lista della spesa?
Una ricerca spiega che le preferenze dei piccoli sono sempre più rilevanti nelle decisioni degli acquisti familiari. Bene per i giochi, ma per alimentazione o tecnologie la tendenza è a rischio

«Figlio mio quanto mi costi». Quante volte noi genitori, pur senza intenzioni negative, l’abbiamo ripetuto o almeno pensato. Un dato oggettivo, più volte approfondito che adesso si arricchisce – sia detto senza ironia – di alcuni elementi nuovi. Una ricerca italiana, con dati a confronto che arrivano anche da Regno Unito e Germania, spiega le dinamiche che incidono sulle decisioni d’acquisto in famiglia, scelte in cui il peso dei figli appare sempre più rilevante, nel bene e nel male. Un’altra ricerca, questa volta negli Usa, ci dice che oltre la metà dei genitori sono schiacciati dai debiti contratti per provvedere ai bisogni dei figli, non sempre necessari. Perché raccontare tutto ciò? L’intento, evidentemente non punta a scoraggiare la natalità, ma a sottolineare che da una parte esistono problemi educativi e scelte di sobrietà che dovrebbe far parte di qualsiasi percorso genitoriale, dall’altro che le condizioni economiche delle famiglie con figli sono sempre più precarie in tutto il mondo occidentale quando non ci sono politiche adeguate di sostegno e di accompagnamento. E se vale per gli Usa, a maggior ragione la situazione non appare confortante nella maggior parte degli altri Paesi, Italia in testa.
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