Diocesi
Bene, Gratitudine e Memoria
L'iniziativa il 9 settembre alle 17 alla biblioteca labronica

Il progetto “Bene, Gratitudine e Memoria” nasce dal dono di un’amicizia condivisa tra il Centro Studi don Roberto Angeli di Livorno nella persona della teologa Enrica Talà, che ne è direttrice, e don Luca Bandiera, biblista e ricercatore sulla Shoah, che è stato volontario presso il dipartimento Giusti tra le Nazioni allo Yad Vashem di Gerusalemme.
Questo progetto prevede la collaborazione tra questi partner di progetto e due realtà importanti presenti nel territorio italiano: le Chiese diocesane e le Comunità ebraiche.
Con esso si vuole rispettivamente e insieme presentare:
– Da una parte le figure sacerdotali coinvolte nelle azioni di salvataggio a favore di ebrei italiani o stranieri in opposizione al nazifascismo: storie di sacerdoti o religiosi/e testimoni del Vangelo che hanno rischiato o dato la propria vita pagando con la morte o con la deportazione in campi di concentramento. La storiografia e la memorialistica ci restituiscono soprattutto la testimonianza evangelica di sacerdoti, che dopo l’8 settembre del 1943, non si fermarono alla sola cura delle anime o all’amministrazione del sacro in relazione alle realtà “ultime”. In un momento storico cruciale, nel momento delle realtà “penultime”, divennero martiri e straordinari costruttori di pace. Partendo da due sacerdoti, che ci piace definire delle “realtà penultime”, don Roberto Angeli della diocesi di Livorno e don Aldo Mei della diocesi di Lucca, si vuole allargare l’ orizzonte verso tutti quei sacerdoti che si opposero, a motivo teologico, verso il “male supremo” ed i progetti diabolici del nazifascismo. Posti di fronte all’estremo, scelsero la via del Bene contrapposta all’odio, alla violenza e alla persecuzione con l’obiettivo di risparmiare e salvare vite umane. A conferma di questo, Rav Elio Toaff scriveva nel suo libro “Perfidi giudei fratelli maggiori” : “nel periodo delle leggi razziali e della guerra, quando per gli ebrei pareva non ci fosse più salvezza, furono proprio i preti, quelli più semplici e modesti, che iniziarono a dimostrare ai perseguitati la loro solidarietà generosamente, con i fatti e non con le parole”.
– Dall’altra parte si vuole ascoltare la voce ebraica evidenziando la significatività culturale e spirituale dell’ebraismo portando alla luce storie, alcune ancora inedite, di gratitudine e di riconoscenza da parte degli ultimi testimoni salvati dopo l’8 settembre del 1943.
Nel pensiero ebraico, la gratitudine e la riconoscenza sono concetti fondamentali che permeano la vita spirituale, religiosa e quotidiana. Il termine ebraico per gratitudine è, infatti, hakarat hatov (הַכָּרַ ת הַטּוֹב), che letteralmente significa “riconoscere il bene”.
Il progetto “Bene, Gratitudine e Memoria” ha carattere nazionale ed ha preso avvio il 7 maggio scorso a Modena; il 9 settembre sarà replicato a Livorno, il 10 a Lucca, l’11 a Firenze. In Gennaio 2026 sarà organizzato a Pisa. In ogni città saranno presentati i sacerdoti e le figure che hanno concorso alla salvezza degli ebrei, molti dei quali dichiarati “Giusti tra le Nazioni” dallo Yad Vashem di Gerusalemme o in procinto di esserlo. Saranno invitati esperti e/o figure significative da parte ebraica e si prevede la presenza della cittadinanza e dei giovani in particolare.
Il progetto è anche un modo per ritessere, attraverso la memoria attiva, legami, prossimità, relazioni amicali tra le chiese diocesane, le comunità ebraiche in un tessuto sociale di comune appartenenza. Importante quindi anche la presenza dei membri dell’AEC (Amicizia Ebraico Cristiano) della sede locale o nazionale.
E.T.- d L. B.
