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Distribuiamo bene la ricchezza

Non deve preoccupare la ricchezza ma deve inquietare la povertà. La ricchezza è un bene! La povertà è un grande male quando essa è povertà materiale. È povertà perché si ha fame e sete, perché non si è in grado di poter soddisfare i bisogni primari. È povertà quando non si offrono occasioni per valorizzare l’uomo e la donna nella loro dimensione lavorativa. Quando si escludono dal lavoro e diventano “scarti e scorie” della società. Quando per loro il lavoro non c’è e, se c’è, non li rende autonomi o non è dignitoso! Dovrebbe far riflettere il proliferarsi di aiuti “tampone” in favore dei poveri, che agiscono bene nell’urgenza ma che non sono efficaci nell’elevare il povero ad una condizione dignitosa. Paradossalmente con le miriadi di interventi a favore delle povertà appare inverosimile che la povertà permanga (e spesso cresca) come un cancro invincibile. La terra sarebbe generosa. “Questo pane è per tutti!” Invece la ricchezza, che è un bene, non è giustamente distribuita e condivisa. Sono da apprezzare i sostegni economici a chi è povero ma invece dei redditi di cittadinanza pensiamo a redditi di lavoro. Offriamo pure i 780 euro ma come un vero lavoro socialmente utile per la collettività! Il povero si eleva nella comunità, non nella solitudine, o peggio ancora nell’ozio o in ambienti ossidati di vizi. La ricchezza è un bene, distribuiamola bene e parleremo meno di povertà.