Non basta obbligarli a spegnere il cellulare se non ascoltiamo il loro dolore
Lo psicoterapeuta Matteo Lancini: abbiamo costruito una società dove i ragazzi sono disperati e ci chiedono aiuto. Ma noi adulti non riusciamo a dare risposte se non con divieti e allarmi inutil

Abbiamo costruito una società dove i ragazzi sono disperati e ci chiedono aiuto, ma noi adulti fingiamo di non comprendere. Dove i ragazzi soffrono per mancanza di prospettive e noi adulti ci voltiamo dall’altra parte. Una società che tollera l’atrocità di 56 guerre, quelle che si combattono in questo momento sul nostro pianeta, dove in ogni momento del giorno e della notte, i notiziari mostrano immagini di morte, bambini straziati, donne dilaniate, giovani soldati ridotti a mucchi di membra indistinte, e noi diciamo ai nostri ragazzi che non devono prendere esempio dai videogames violenti, dai rapper che usano parole estreme, dai social che sono diseducativi. Una società in cui tutti siamo dipendenti da internet, dagli smartphone, dagli altri device elettronici, ma a scuola no, lì i ragazzi devono essere privati dai cellulari. Incoerenti? Certamente incompetenti. Forse anche in malafede. https://www.avvenire.it/famiglia/pagine/non-basta-obbligarli-a-spegnere-il-cellulare-se-non-ascoltiamo-il-loro-dolore