È difficile!

Una riflessione a margine del resoconto mensile del Progetto Gemma

Daniela Musumeci, referente del Movimento per la vita a Livorno, rendicontando i contributi e le spese del Progetto Gemma di quest’anno contabilizzati finora, offre una riflessione sulla vita e sulla speranza, in quest’epoca di violenza e di guerre.

È veramente molto difficile, credere che la speranza è (sia) l’ultima a morire e la vita alla fine trionferà! Difronte agli attuali scenari di guerra con armi così sofisticate, precise, devastanti che distruggono ed annientano tutto e tutti, ci resta solo costruire un bunker come riparo e, forse non basterà.

Ho in mente ripari per gli abitanti che vivono in zone sismiche, come caverne o grotte naturali o quelli preparati per la popolazione durante i conflitti bellici, come la grande erre “R” nera su sfondo bianco pitturata ben in vista sullo spigolo del palazzo di via De Larderel (oggi definitivamente coperta nella ristrutturazione). Queste fattispecie di ripari comunque indicano e provvedono un riparo per una evenienza transitoria e non una sede abitativa definitiva. Il bunker come abitazione permanente è salito all’onore delle cronache grazie ai boss mafiosi o simili, ed è una struttura ben attrezzata di tutte le modernità, ben nascosto, segreto, noto solo alla ristretta cerchia degli adepti. Una abitazione sui generis ed un modus vivendi del tutto particolare…

Eppure, qualche anno fa, in un viaggio in Terra Santa a carattere spirituale/ storico/ turistico con la famiglia, affittammo a Yeruham (un paese in zona desertica vicino a Be’erSheva) un piccolo appartamento come base per le varie mete programmate, e con nostro grande stupore, quando ne prendemmo possesso costatammo la presenza della scala di sicurezza per la “safe room” sotterranea attrezzata per la sopravvivenza! Non c’era in corso alcuna guerra, ma ce ne erano state e ce ne potevano essere in futuro! La vita sospesa tra il “ci si nasconde per delinquere meglio” e ci si nasconde “per vivere più sicuri”!

Tutto questo scritto, mi potreste dire, “che centra” con il rendiconto della raccolta mensile del Progetto Gemma? Potremmo pensare e dire “noi ne siamo fuori dalla guerra…”. Invece no! non ne siamo fuori, come popolo la guerra l’abbiamo approvata da più di 48 anni e progressivamente perfezionata con ritrovati chimici, facilitata nelle strutture sanitarie con corsie preferenziali, non abbiamo sostenuto protezioni tipo “safe room” anche quando generosamente offerte dal volontariato, raggiungendo un’ecatombe di oltre sei milioni di vittime, senza tomba e né fiori: una guerra silenziosa che distrugge la naturale “safe room” della mamma e non pare esserci in programma un G1 per proporre una tregua se non addirittura la pace. Veramente è “spes contra spem”.

per saperne di più sul progetto Gemma https://www.fondazionevitanova.it/progetto-gemma/