News
Indulgenza e rigidità

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».Ormai per noi il mondo è visibile attraverso la “finestra” di internet. È facile notare gli sbagli e gli errori altrui. Mentre siamo restii a guardarci allo specchio e a vedere i nostri difetti. Osserviamo attentamente ogni cosa e spesso siamo portati a giudicare gli altri, ciò che fanno e ciò che pensano. Nel Vangelo Gesù cita un detto popolare e molto chiaro: “Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”. Gesù non dice che il giudizio verso gli altri siano impossibile. Chi nella comunità o in famiglia ha ruoli di guida o chi vuole richiamare il fratello o la sorella a vivere secondo l’insegnamento di Gesù, deve anzitutto guardare prima di tutto a se stesso. Non si può essere, indulgenti con noi stessi e rigidi con gli altri.La correzione dell’altro è possibile farla solo se la nostra vita è davvero fruttuosa, ovvero se portiamo frutti di vita cristiana e se dal nostro cuore sappiamo far usciere solo parole di bene.